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L'alternativa

Lavori di pubblica utilità, in tre anni pena alternativa per 64 cittadini

Rinnovata la convenzione tra il Tribunale e il Comune di Piacenza

È stato siglato dal sindaco Katia Tarasconi e dal presidente del Tribunale di Piacenza Stefano Brusati, il rinnovo della convenzione triennale tra l'istituzione giudiziaria e l'Amministrazione comunale per la regolamentazione del lavoro di pubblica utilità, richiedibile dall'imputato come pena alternativa per alcune tipologie di reati o parte integrante – in base alla legge 67 del 2014 – del periodo di “messa alla prova”, laddove ammissibile, con sospensione del procedimento.

Il progetto, avviato nel 2011, stabilisce che possano essere inserite presso gli uffici comunali sino a 35 persone ogni anno, per lo svolgimento di un servizio non retribuito a favore della collettività: l'impiego, che non comporta l'erogazione di alcun compenso, può avere durata variabile e prevede, come destinazione prioritaria i settori afferenti alla sicurezza e all’educazione stradale, cui si aggiungono gli ambiti della manutenzione stradale, patrimonio ambientale, ecologia e verde pubblico, beni culturali e museali, turismo e biblioteche, tutela dei beni comunali, servizi alla persona e al cittadino. Nell’affidamento della mansione, si prendono in considerazione anche le esperienze pregresse e le attitudini professionali, verificate nel corso di un colloquio conoscitivo preliminare.

Nel triennio appena trascorso, sono state indirizzate al lavoro di pubblica utilità o alla messa in prova presso il Comune di Piacenza 64 persone (18 nel 2020, 32 nel 2021, 14 nel 2022), portando complessivamente a 329 il numero dei cittadini per i quali è stata attivata, dal 2011 ad oggi, la convenzione in oggetto.

«È importante – rimarcano il sindaco Tarasconi e il presidente Brusati – dare continuità a un percorso che valorizza, nell'ottica della responsabilità e del servizio pubblico, il lavoro come elemento cardine di integrazione sociale e dignità della persona, come fondamento di legalità e prevenzione di situazioni discriminanti o di marginalità. Di fronte a obiettivi congiunti come il rispetto delle regole, l'inclusività, la tutela dei diritti e il ricorso a strumenti alternativi che possano contribuire a snellire gli iter della giustizia garantendone, al tempo stesso, la massima efficacia, l'impegno delle istituzioni non può che essere univoco».

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