rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
La commemorazione / Bettola

«Nostri connazionali pagarono un prezzo altissimo per essere italiani tra gli italiani»

Bettola, il discorso del sindaco Negri in occasione della Giornata del Ricordo: «Pagine di storia rimaste strappate per motivi ideologici. Esuli Istriani, Giuliani, Fiumani e Dalmati costretti a subire l’odio e il terrore del regime comunista del maresciallo Tito»

Domenica 11 febbraio si è svolta nel comune dell’Alta Valnure la commemorazione del Giorno del Ricordo. Al termine della messa celebrata nella chiesa della parrocchia di San Bernardino è stata deposta una corona di fiori sulla scalinata della scuola elementare intitolata ai Martiri delle Foibe nel 2010 dall'Amministrazione dell’ex sindaco Simone Mazza. A margine della cerimonia il sindaco Paolo Negri ha tenuto un discorso che ha ricordato ai presenti le sofferenze patite dai nostri connazionali negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale.

«Un saluto alle autorità civili e militari, ai rappresentanti delle Istituzioni, alle associazioni e a tutti i cittadini qui presenti per celebrare oggi il Giorno del Ricordo dei Martiri delle Foibe e degli Esuli Istriani, Giuliani, Fiumani e Dalmati davanti a questa scalinata a loro dedicata nel 2010, dall’Amministrazione dell’allora sindaco Simone Mazza – sono state le parole con cui ha aperto il discorso –. Siamo qui oggi per ricordare i tragici avvenimenti che tra il 1943 e il 1947 interessarono il confine orientale italiano e con esso i nostri connazionali costretti a subire l’odio e il terrore del regime comunista iugoslavo del Maresciallo Tito. Ricorrono quest’anno proprio i 20 anni dall’approvazione della Legge n. 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo, una legge spartiacque che ha consentito di inserire nuovamente nei libri di storia pagine per molto tempo rimaste strappate purtroppo per motivi meramente ideologici. È grazie a questa legge e ai suoi promotori se oggi nelle scuole è normale parlare delle vicende del confine orientale e della tragedia delle Foibe – ha spiegato il sindaco –. Non a caso quest’anno, il Comune di Bettola ha scelto di proporre alla scuola secondaria un viaggio di istruzione a Fossoli, nel Carpigiano, dove sorge un campo che fu dapprima per prigionieri di guerra, successivamente (tra il 1943 ed il 1945) divenne un campo di smistamento controllato dai tedeschi e negli anni 50 divenne la casa di molti esuli istriani, giuliani e dalmati costretti a fuggire da quelle terre. Proprio per continuare a coltivare il ricordo dei nostri connazionali vittime delle barbarie dei partigiani titini ritengo doveroso oggi, durante questa ristretta seppur sentita commemorazione, riportare due particolari testimonianze. La prima – ha continuato Negri – è la storia di monsignor Ugo Camozzo, ultimo vescovo di Fiume Italiana. Lasciando Fiume per sfuggire alle persecuzioni della polizia titina tagliò in tre pezzi il suo tricolore e lo nascose in tre valigie differenti: con la parte verde avvolse il suo calice, con la parte bianca un vangelo, con la parte rossa una Bibbia. Arrivato in Italia ricompose la sua bandiera e con essa la sua trinità di fede. Morirà, poi, da esule a Pisa e verrà sepolto con la bandiera di Fiume sul cuore. La seconda è la storia di Odda Carboni, 39 anni, impiegata, trascinata dai titini sull’orlo della foiba di Vines: sapeva quale fosse il suo destino, ma pur di non dare ai suoi aguzzini la soddisfazione di essere gettata nella foiba vi si buttò da sola al grido "viva l’Italia"; e con lei quanti altri sono morti in quegli anni gridando il loro amore per l’Italia. Ho voluto riportare queste testimonianze perché le storie di questi Italiani sono anche le nostre storie e il loro dolore è anche il nostro dolore – ha evidenziato il sindaco –. Oggi rendiamo onore a tutti gli Istriani, Giuliani, Dalmati che per rimanere italiani decisero di lasciare tutto: case, beni, terreni. Restarono con l’unica cosa che i titini non potevano togliere loro: l’identità. E così, pagando un prezzo altissimo, hanno deciso di essere, per nascita e per scelta, italiani tra gli italiani. Bettola, ricorda».

Alla commemorazione hanno partecipato l’assessore di Pontedellolio Gabriele Valla e il consigliere comunale di Piacenza Nicola Domeneghetti. Per l’Amministrazione comunale di Bettola oltre al sindaco erano presenti il vicesindaco Luca Corbellini che durante la messa ha letto la preghiera ai Martiri delle Foibe scritta dall'arcivescovo di Trieste e di Capodistria Santin nel 1959, e i consiglieri comunali Alessandro Ferrari, Massimo Calamari, Claudia Ferrari, Maria Cristina Piccoli e Domenico Bruzzi. Presenti anche diverse associazioni: Alpini, Carabinieri in Congedo e rappresentanti di altre associazioni bettolesi, tra le quali l'Avis con il suo presidente Giorgio Calamari.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Nostri connazionali pagarono un prezzo altissimo per essere italiani tra gli italiani»

IlPiacenza è in caricamento