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Vittorino, Nino Bixio e Borgotrebbia: «Non vogliamo chiudere ma costi insostenibili»

I tre circoli sportivi cittadini a confronto sui rincari non vorrebbero chiudere gli impianti nella stagione invernale, ma i numeri sono impietosi

Alla Nino Bixio il riscaldamento cubava 70mila euro nell’intero bilancio 2021, ora si parla di 320mila euro. Alla Vittorino si ipotizza una bolletta di dicembre da 140mila euro, quando il bilancio annuale è di circa 180mila euro. A Borgotrebbia erano stati spesi 45mila euro per non lasciare al freddo i campi da tennis nel 2021, oggi si parla di 170-180mila euro. Sono numeri impietosi quelli snocciolati dai tre circoli sportivi cittadini, che ricalcano un po’ quelli di tutte le imprese.

La soluzione più semplice potrebbe essere quella di sospendere tutte le attività, o quantomeno quelle in piscina, nella stagione invernale. Però nessuno vorrebbe scegliere questa strada. È quanto emerso dalla serata di confronto tra i vertici e i soci dei tre circoli sportivi cittadini - Vittorino Da Feltre, Nino Bixio e Borgotrebbia - nella sala convegni di Piacenza Expo. Il dibattito, moderato da Luigi Salice, ha riunito tanti appassionati di nuoto, tennis e canottaggio di Piacenza.

Più convinto verso l’ipotesi chiusura il delegato provinciale del Coni, Robert Gionelli, che si è confrontato anche con altre realtà locali. «I tre circoli dialogano da tempo - ha detto Gionelli - sono uniti nell'affrontare i problemi. Le imprese hanno avuto aumenti del 320% quest'anno e le società sportive è come se lo fossero. Oltre ai costi energetici sono aumentati anche i prezzi dei trattamenti anti-alghe (70%) e del cloro (100%) delle piscine. A Cremona sono già in vigore alcune limitazioni: gli impianti aprono alle 11, è stato chiuso il 25% dei campi da tennis, gli spogliatoi sono concentrati. E c’è chi ha pensato di chiudere le piscine per i 4 mesi invernali». «Anche a Piacenza è una via da prendere in considerazione quella di chiudere direttamente le associazioni, ma i presidenti, al momento, non vogliono. L'obiettivo ora è di sopravvivere con i bilanci fino al 31 dicembre. Il Coni solleciterà il nuovo Governo ad intervenire». Un imprenditore ha già consegnato le chiavi delle strutture natatorie di Caorso e Castelsangiovanni, perché non riesce a portare avanti le attività a queste condizioni. «La stagione invernale come costi rappresenta il 70% delle spese di gestione annuale. Io avrei preso in considerazione la chiusura, i presidenti dei circoli no».

«Situazione drammatica quella dei costi – ha detto la sua Mario Dadati, assessore allo sport - sono qui per raccogliere i segnali del territorio e discutere le soluzioni. Non credo che basti la Regione per risolvere, solo Governo e Ue possono aiutare a calmierare i costi. Siamo in contatto con tutti i gestori delle piscine di Piacenza, si valuta la possibilità di aggiornare le tariffe, ferme al 2016. Al momento tutti stanno stringendo la cinghia, non ci hanno comunicato intenzioni particolari».

Come ha sottolineato Paolo Molinaroli, presidente della Nino Bixio, è il nuoto la voce più delicata dei bilanci. «Però non c’è l'intenzione di chiudere fino alla primavera la nostra piscina». «È un problema più grande di noi – ha preso la parola Gianluigi Tedesco, presidente della Vittorino -. La nostra è una società florida che aveva fatto registrare i suoi record di soci e utili. Nonostante questo le previsioni sui rincari ribaltano il nostro bilancio. Se non ci sarà un intervento, diventerà drammatico». «Lo sport ha già sofferto il Covid. Noi non abbiamo piscine – è l’intervento di Lorenzo Marchi di Borgotrebbia - ma l'aumento dei costi lo sentiamo. Per tennis e padel si pensava di ridurre le temperature, posticipare gli orari dei riscaldamenti e perché no, giocare con le maglie termiche in inverno».

Impossibile per i tre circoli fare stime accurate sui costi energetici dell’inverno, il mercato è troppo volatile. Così come è risultata improponibile la strada dei gruppi d’acquisto: il riscaldamento non viene più venduto a prezzi fissi, in questa fase. Gionelli ha segnalato che ormai per la sottoscrizione di nuovi contratti energetici le società sportive sono chiamate a presentare ingenti fidejussioni. «Rimango della mia opinione: bisognerebbe chiudere le piscine e lasciare aperti gli altri impianti», ha spiegato il delegato del Coni. Soluzione pragmatica, visti i numeri, però dolorosa, soprattutto nei confronti degli atleti agonisti e dei giovanissimi. 

In platea era presente anche il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi, da sempre socio della Nino. «È una guerra tra i poveri – il commento del primo cittadino - non ci sono i soldi per l'illuminazione pubblica ma i lampioni non possiamo spegnerli per garantire sicurezza. I problemi dei tre circoli sono gli stessi di Raffalda, Farnesiana e Polisportivo. Le priorità in questa fase rimangono famiglie e imprese, le strutture pubbliche come scuole e sanità: la situazione è fuori controllo in tutta Europa, non solo a Piacenza. Mi dispiace molto per bambini e ragazzi, che hanno già pagato un prezzo altissimo nel lockdown. Il pensiero è per loro, più che per i 40enni e 50enni che vanno a nuotare o a giocare a tennis, che possono comprendere lo stato delle cose. Le piscine sono il vero problema, ma la situazione non è semplice». Si naviga a vista: dopo questa serata di confronto i tre presidenti prenderanno le proprie decisioni, sperando sempre – come le imprese e le attività economiche - che arrivi un intervento dalle istituzioni a scongiurare soluzioni drastiche. 

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