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«Spesso abitudini alimentari peggiori a casa, la scuola educhi a sana ed equilibrata alimentazione»

Questione mense, il gruppo “Genitori per Menù sano” incontrano Comune e Asl

«Oggi il menù segue la stagionalità delle verdure, il prossimo menù avrà la stessa varietà o si tornerà indietro? Avete intenzione di investire di più sulle mense scolastiche? Avete intenzione di avviare una campagna di sensibilizzazione sul tema dell’ educazione alimentare, rivolta soprattutto ai genitori, che passi da corsi, incontri o altro?». Sono alcune delle domande che una rappresentanza del gruppo “Genitori per Menù sano” ha posto a Comune di Piacenza e Ausl durante un incontro avvenuto alcuni giorni fa. Il gruppo di genitori nelle settimane scorse aveva raccolto oltre 500 firme contro la modifica del menù delle mense scolastiche, «paventata sulla stampa - affermano - dal Comune di Piacenza e la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, l’assessore Mario Dadati, il direttore di Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Piacenza Marco Maserati e altri funzionari di Ausl e Comune».

«Si è trattato di un incontro con luci e ombre - spiegano i genitori autorganizzati – abbiamo ribadito come la metodologia messa in atto per cambiare il menù sia a nostro parere da censurare e per il resto ne siamo usciti con tanti dubbi e poche certezze. Non è stato ufficializzato il menù nuovo, la sindaca stessa a tal proposito ci ha detto che quella delle settimane scorse è stata una sperimentazione confinata su tre giornate e che per loro è stata positiva dal punto di vista della riduzione degli sprechi alimentari».

«Premettendo che il fenomeno degli sprechi, diffuso a livello nazionale, non si affronta secondo noi diminuendo la qualità del menù proposto sacrificando proteine vegetali o verdura con pasta al burro, carne e formaggi; abbiamo portato all’attenzione di Comune e Ausl - sottolineano - menù scolastici di altre province limitrofe, come Parma e Cremona, sottolineando come le modalità di preparazione dei piatti siano fondamentali per favorirne l’appetibilità e di conseguenza ridurre gli sprechi».

I genitori riferiscono anche che «i coordinatori di certi plessi non erano al corrente della sperimentazione che a gennaio 2024 potrebbe portare a un cambio del menù, stando a quanto detto dall’amministrazione comunale. Da parte nostra - ribadiscono - abbiamo portato proposte: se la pasta al cavolfiore, la pasta integrale o i legumi non piacciono, occorre rendere più appetibili gli ingredienti senza eliminarli o ridurne la frequenza ma cucinandoli e proponendoli in modo diverso, altrimenti le conseguenze ovvie saranno l’impoverimento del menù e un passo indietro verso un’educazione alimentare sana che la parte pubblica dovrebbe promuovere nei confronti dei bambini e delle famiglie. Il rischio, infatti, è che passi il messaggio sbagliato perché come detto da alcuni tecnici al tavolo, a casa spesso le abitudini alimentari sono peggiori rispetto a scuola. La scuola deve essere un baluardo di sana ed equilibrata alimentazione perché se è vero che le linee guida regionali sono e saranno rispettate, dentro questi confini si può fare un buon lavoro o un pessimo lavoro sul fronte della qualità, della varietà e della tipologia di alimenti proposti. Ridurre le fonti proteiche vegetali o la pasta integrale sono scelte che danneggiano i nostri figli e il futuro del pianeta».

«Ci piacerebbe avere un confronto pubblico anche con le dietiste dell’Ausl - concludono i genitori - che non hanno partecipato all’incontro. Speriamo che sia chiaro come questo gruppo di genitori auto organizzato ma con tanta voglia di migliorare i menù scolastici e la cultura attorno alla sana ed equilibrata alimentazione voglia esser lasciato in disparte rispetto a qualsiasi polemica politica».

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