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«Un anno triste senza cultura e spettacolo. Arci è vicina alle lavoratrici e ai lavoratori del settore»

Solidarietà e vicinanza ai lavoratori dello spettacolo che domani, 23 febbraio, torneranno in piazza in oltre 20 città in tutta Italia per chiedere la convocazione di un tavolo interministeriale con Ministero del Lavoro, Mef e del Mibac

«Arci esprime la propria solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori dello spettacolo che domani, 23 febbraio, torneranno in piazza in oltre 20 città in tutta Italia per chiedere la convocazione di un tavolo interministeriale con Ministero del Lavoro, Mef e del Mibac», si legge nella nota.
«Una mobilitazione nazionale, ad un anno esatto dai provvedimenti di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 che hanno sancito la chiusura di cinema, teatri e sale da musica, per ricordare ancora una volta che lo spettacolo e la cultura sono tra i settori più colpiti dall’emergenza legata alla pandemia, con migliaia di operatrici e operatori del settore da mesi senza lavoro e senza reddito. Un anno senza offerta culturale che ha reso il paese più povero, con un settore segnato da una profonda crisi, dalla precarietà e dalla disoccupazione, senza prospettive per il futuro».


«Si tratta di una crisi drammatica, che rischia di essere fatale se non verranno presi provvedimenti immediati, simile per alcuni versi a quella che, come abbiamo più volte denunciato, sta colpendo anche l’Arci, le sue strutture associative e le persone che vi lavorano. Luoghi di socialità e di cultura diffusa bloccati da un anno dalle norme contro la pandemia che rischiano di scomparire.
Per questo siamo vicini alla mobilitazione del mondo dello spettacolo e della cultura, perché crediamo indispensabile realizzare tutte le misure necessarie, economiche e non, per garantire una vera ripartenza del settore. In sicurezza», continua.
«Non misure una tantum ma provvedimenti adeguati e strutturali, per sostenere le realtà che generano cultura che oggi rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro ruolo fondamentale di prossimità su tutto il territorio italiano.
Ci auguriamo che le parole del Ministro della Cultura Dario Franceschini - “Vorrei che noi fossimo il primo paese d’Europa a riaprire cinema, teatri e luoghi della musica” - non restino un semplice auspicio. Come Arci continueremo a far sentire la nostra voce alla politica e alle istituzioni in tutte le sedi competenti per avviare protocolli di sicurezza in grado di far ripartire lo spettacolo e le attività dell’associazionismo di promozione sociale e culturale».

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