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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Anziano raggirato dalla domestica, il giudice: «L’accusa va riformulata»

Restituiti gli atti alla procura: cambiare il reato di truffa. Una marocchina si sarebbe fatta consegnare 200mila euro da un 80enne facendogli credere di aver avuto un figlio da lui. Il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi

Colpo di scena al processo nei confronti di una marocchina accusata di essersi fatta consegnare da un 80enne circa 200mila euro, facendogli credere di aver avuto un figlio da lui. Questa mattina, 24 maggio, era attesa la sentenza ma dopo oltre due ore di camera di consiglio il presidente del Collegio, Gianandrea Bussi (a latere Maurizio Boselli e Luca Milani) ha deciso di restituire gli atti al pm Emilio Pisante, chiedendo di modificare il capo di imputazione. Insomma, per i giudici il reato di truffa aggravata, di cui è imputata la donna, non è corretto.

In mattinata si era svolta la discussione, la parte finale del processo. Il pm Pisante aveva chiesto la condanna della donna, difesa dall’avvocato Sergio Castagnetti, a 2 anni e 8 mesi. Alla richiesta si era associata la parte civile, con l’avvocato Maria Rosaria Pozzi. Il legale aveva sostenuto che si trattava di estorsione perché l’anziano era stato minacciato dalla donna che gli aveva detto che se lo avesse saputo il marito, li avrebbe uccisi entrambi. Ma la donna aveva anche fatto pressioni sull’uomo, spaventandolo e minacciando di rivelare tutti ai familiari.

L’incredibile vicenda era emersa dopo che l’anziano aveva deciso di denunciare il raggiro subito. Tra il 2011 e il 2015, l’uomo avrebbe versato alla domestica una cifra pari a quasi 200mila euro. La donna secondo le accuse dell’anziano e secondo le indagini dei carabinieri, temendo che la storia venisse alla luce, ma anche spaventato dalle minacce, aveva cominciato a pagare la marocchina. Richieste che sono iniziate quando la donna, che è naturalizzata italiana, gli avrebbe fatto credere di aver avuto un figlio da lui. Un inferno per l’anziano. A far venire a galla la vicenda è stato il direttore della banca, nella quale l’80enne si recava sempre più spesso per prelevare denaro. Insospettito, il direttore aveva chiesto a che cosa servissero tutti quei soldi. L’anziano in quel momento, sconvolto e preoccupato, aveva ceduto e gli aveva raccontato tutto. Il direttore gli aveva allora consigliato di recarsi subito a denunciare il fatto ai carabinieri. Cosa che l’80enne aveva fatto. La 45enne si trova tuttora sottoposta alla misura cautelare del divieto di avvicinamento all’anziano.

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