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Anche l'ordine degli avvocati al fianco della Camera Penale, inviata una lettera al ministro Nordio

Dopo la Camera Penale, interviene l’Ordine degli avvocati di Piacenza con una lettera indirizzata anche al ministro della Giustizia, Carlo Nordio: «Non si ritiene più accettabile l’equazione in virtù della quale l’unica soluzione alle carenze di organico sembra essere quella di limitare l’accesso agli avvocati e al pubblico»

Procura senza personale e uffici chiusi. Dopo la Camera Penale, interviene l’Ordine degli avvocati di Piacenza con una lettera indirizzata anche al ministro della Giustizia, Carlo Nordio nella quale si chiede «di assumere misure concrete e sollecite per ovviare a tale stato di cose». Va da sé che questa non è la prima volta, semmai l’ennesima, che sia il procuratore Grazia Pradella sia l’Ordine sia la Camera Penale lanciano appelli, evidentemente però caduti nel vuoto. In ordine di tempo siamo di fronte all’ultimo grido d’allarme all’indomani dell’ordine di servizio nel quale Pradella annunciava (con rammarico, s’intende) la chiusura di alcuni uffici di palazzo Madama nel mese di agosto a fronte di una situazione a dir poco drammatica durante tutto il resto dell’anno.

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«Lo stato delle cose – si legge nella missiva firmata del consiglio e firmata dal presidente Franco Livera - dura ormai da un tempo inaccettabile e lede in questo modo tanto il rispetto della normativa che disciplina l’accesso ai pubblici uffici quanto i diritti di difesa e infine anche quelli della più generale utenza». Non si ritiene più accettabile – scrivono - «l’equazione in virtù della quale l’unica soluzione alle carenze di organico sembra essere quella di limitare l’accesso agli avvocati e al pubblico». L’Ordine quindi spiega di condividere le ragioni alla base della protesta adottata dalla Camera Penale piacentina che ha proclamato l’astensione per tre giorni a settembre.

E ancora, le chiusure estive e la carenza di personale «vanno ad esasperare una situazione, più volte segnalata e lamentata dal consiglio in tutte le sedi, per effetto della quale risulta pesantemente compromesso l’esercizio della funzione defensionale, financo nelle più elementari e concrete esplicazioni, quali la tempestiva ed efficace assunzione della difesa penale dell’assistito, ovvero il tempestivo accesso agli atti o il deposito di quelli di formazione dell’avvocato», anche perché «risultano inefficaci anche l’accesso tramite PDP e la funzione di consultazione degli atti da remoto, dal momento che le relative istanze non vengono tempestivamente evase dall’Ufficio» nonostante gli sforzi compiuti dai dirigenti degli uffici e dal personale residuo «chiamato a farsi carico di evadere i compiti lavorativi in presenza di scoperture ormai percentualmente drammatiche».

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