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Cronaca Cerignale

«C’è tanta sfiducia per ponte Lenzino, basta con l’immobilismo»

Proseguono le adesioni al comitato “Nuovo ponte Lenzino”, che contesta le decisioni di Anas e Soprintendenza e chiede di tutelare l'Alta Valtrebbia. A Cerignale nel negozio di alimentari “La Bottega della Bruna” si raccolgono le firme

C’è un po’ di sfiducia da queste parti? «Ah, un po’? C’è solo sfiducia in Alta Valtrebbia e Cerignale non fa eccezione. Già siamo in una posizione più periferica rispetto agli altri paesi, uno deve proprio volerci venire qui a trovarci, ma questa situazione ci vede proprio isolati». Barbara Fermi abita a Bobbio ma ha passato gli ultimi mesi qui a Cerignale, paese del marito, dove hannoBarbara Fermi con il modulo del comitato ponte Lenzino-2 una casa, per lavorare a “La Bottega della Bruna”, un negozio di alimentari (aperto nel 2017 dalla titolare, Bruna Nobile) che svolge, in questo momento, ancora più del solito, il suo ruolo “sociale” all’interno della comunità.

Nel negozio si raccolgono le firme per il neonato comitato “Nuovo ponte Lenzino”, lanciato dal sindaco Massimo Castelli e subito appoggiato da tanti residenti, emigrati, villeggianti e frequentatori dell’Alta Valtrebbia. I dubbi, sulla vicenda di Lenzino, sono gli stessi per tutti: perché costruire prima un ponte provvisorio e poi uno definitivo? Perché le spese di entrambi si sono moltiplicate? Perché costruire il definitivo sopra quello crollato, conservandone la sua struttura?

Gli interrogativi, ancora senza risposte, aumentano come lo sconcerto della valle. Intanto il comitato fa “proseliti”. Entrando nel negozio si può dare la propria adesione. «Se dovessi pensare di fare Bobbio-Cerignale tutti i giorni – ammette Barbara -, non ce la farei proprio. Così la titolare Bruna ha ridotto gli orari del negozio e io mi sono fermata a stare qua a Cerignale. Il passaggio continuo di camion sulla strada alternativa è un altro motivo per non fare la pendolare. Penso al disagio che possono avere gli anziani, costretti a spostarsi per visite sanitarie o problemi».

La popolazione si sente presa in giro. «Siamo tutti bravi a fare gli annunci sul termine dei lavori – prosegue Barbara -, a dare dei tempi che sappiamo già che verranno disattesi. Che ci sia il maltempo in inverno che ostacola il lavoro, mi pare ovvio. Il caso ha voluto che proprio quest’anno nevicasse così tanto. Ma si sapeva già che sarebbe andata così, che sarebbero serviti più di sei mesi per avere il ponte».

Passa dentro al negozio una coppia di coniugi. Gianfranco Malaspina è di Cerignale, vive un po’ a Piacenza e un po’ a Cerignale, suo paese natio, e lavora a Bobbio. «Prima ci mettevo mezz’ora per recarmi a Bobbio da qui, adesso un’ora per un tragitto. Due per tornare anche a casa. La strada alternativa a ponte Lenzino è stata concepita per un traffico diverso da quello attuale, non può certo sostituire la Statale 45». In valle si discute della “soluzione” (!) scelta da Anas per Lenzino. «Sonocomitato ponte lenzino-2 per una Statale 45 più dritta possibile – è drastico sull’argomento - da Piacenza a Genova, eliminando tutti i vincoli possibili. Non ho remore, anche per i viadotti. Bisogna smetterla con questo immobilismo molto piacentino, perché da nessuna parte d’Italia si assiste a vicende del genere per quanto riguarda la viabilità. Eppure cambiano gli orientamenti e le scelte semplicemente passando il confine genovese della Statale».

La moglie, Camilla Bellocchi, è di Piacenza ma si è innamorata del paese del marito. Insieme hanno una figlia di due anni. «Mi trasferirei a vivere qui sette giorni su sette – precisa - ma come si fa di fronte a situazioni del genere? Un ponte cade, come si raggiungono i servizi, già lontani? Non sono un architetto, ma è ora di pensare a chi vive in questa vallata e non alla Soprintendenza dei beni culturali. Che guardino anche all’esistenza delle persone e non solo al paesaggio».

A questo link, da pc, è possibile scaricare il modulo e inviarlo al comitato

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