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Cronaca

Lei non gli dava i soldi per la coca: botte e maltrattamenti alla convivente

Un24enne processato per sette reati nei confronti della donna di 34 anni. Un inferno finito con l'arrivo dei carabinieri

Una relazione che si è andata incrinando nel tempo anche a causa del consumo di cocaina. Una situazione che nel luglio di due anni è degenerata in una serata violenta - anche se episodi di maltrattamenti si erano già verificati prima - che si è conclusa con una donna in ospedale e il suo convivente denunciato dai carabinieri per ben sette reati: sequestro di persona, furto, lesioni, violenza privata, rapina, indebito utilizzo della carta di credito, maltrattamenti.

E l’inferno di quello che è avvenuto in una abitazione di Gossolengo nell’estate 2009 è stato ripercorso, anche con qualche sofferenza, dalla vittima, una donna di 34 anni, che conviveva da circa quattro anni con un 24enne. Dopo l’ennesima lite legata ai soldi per comprare la droga, ha raccontato la donna al giudice Adele Savastano, rispondendo alle domande del pubblico ministero Arturo Iacovacci, quella sera il convivente - difeso dall’avvocato Carlo Alberto Caruso - l’aggredì e la colpì con un pugno al viso, poi le rubò le chiavi dell’auto, il cellulare, la carta di credito, prese le chiavi di casa e la chiuse dentro. Tutto questo avvenne all’alba. Verso le 8 del mattino, la 34enne, che non poteva uscire di casa, si affacciò al balcone e chiese aiuto a un passante. L’uomo telefonò a un amico della donna che aveva un paio di chiavi di casa. Venne anche avvertito il 113 che girò la chiamata ai carabinieri di Rivergaro. I militari ascoltarono il racconto della donna aggredita e poi l’accompagnarono al pronto soccorso, dal quale venne dimessa con una prognosi di sette giorno per un colpo al labbro. Il giorno dopo, il ragazzo si presentò a casa della 34enne e le riconsegnò ciò che le aveva preso.

In aula, è uscito un quadro desolante dovuto all’abisso nel quale era finito il giovane a causa della cocaina. E a farne le spese era stata la 34enne che, dopo mesi di soprusi, stava per interrompere quella relazione. Perso il lavoro, il ragazzo continuava chiedere soldi alla convivente e se lei si opponeva erano liti furiose, ma anche botte. Una volta, lei finì in ospedale per le lesioni ad alcune costole. La 34enne, che lavorava, aveva anche un bancomat e due conti correnti. Il giovane poteva accedere al denaro. Un conto, relativo a un’attività precedente della donna, venne ripulito di 13mila euro. L’altro, invece, subì tanti “prelievi”. E proprio la facilità con cui il ragazzo aveva accesso al denaro ha fatto chiedere al giudice un’integrazione di prove, in relazione all’attività bancaria della donna. La conclusione del processo è prevista in giugno.

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