rotate-mobile
Maxi indagine logistica

«Convinti che la lotta sindacale contempli anche modalità penalmente illecite»

Tolto l'obbligo di firma ad Arafat, appello della procura anche in Cassazione dopo l'annullamento della misura dei domiciliari in favore dell'obbligo di firma per il reato di associazione per delinquere. Tutti riconosciuti i reati-fine

Maxi indagine logistica e sindacalisti arrestati. E’ notizia dei giorni scorsi la revoca della misura dell’obbligo di firma per Mohamed Arafat (Si Cobas) così come lo è il ricorso al Riesame presentato contro la decisione del gip da parte della procura. Non solo, il sostituto procuratore Matteo Centini ha anche fatto appello in Cassazione contro la decisione del tribunale della Libertà (LEGGI QUI), il quale ha stabilito l’insussistenza del delitto associativo nel revocare già ad agosto la misura dei domiciliari e disponendo per gli indagati l’obbligo di firma, il ricorso riguarda solo Arafat, Pallavicini, Scagnelli e Milani. 

Gli indagati – lo ricordiamo – sono Aldo Milani, Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli, Roberto Montanari, Issa Mohamed Abed. A loro si aggiungono: Elderah Fisal Emoursi, Zaghdane Riadh, con posizioni più marginali.  Ad oggi comunque l’obbligo di firma – come misura meno afflittiva - rimane solo per Pallavicini, Milani e Scagnelli.

Gli episodi contestati dall’accusa sono 150 e i reati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla violenza privata, alla resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio etc. Si tratterebbe – secondo la procura - di due associazioni a delinquere esistenti e ben distinte: una in seno a Usb, l’altra al Si Cobas. Nelle 350 pagine dell’ordinanza vengono ripercorse tutte le vertenze dal 2016 ad oggi (alcune ancora in corso) e le indagini condotte da Digos e Squadra Mobile e coordinate dalla procura. In queste il disegno criminoso è ritenuto il medesimo.  «Per l’accusa – si legge nell’ordinanza del gip Sonia Caravelli – l’assistenza sindacale prestata in favore di centinaia di lavoratori si sarebbe mischiata con il compimento di svariate attività illecite, finalizzato al conseguimento di uno scopo di lucro per pochi e nell’esercizio di forti influenze sul piano economico».

TUTTA LA VICENDA: LEGGI QUI

IL RICORSO IN CASSAZIONE: LEGGI QUI

IL RIESAME

Il collegio del Riesame al quale si sono rivolti i sei - che si occupa di valutare la sussistenza dei presupposti che giustificano l'emissione di una misura cautelare – aveva disposto l'annullamento della misura dei domiciliari circa il 416, ma aveva anche contestualmente disposto l’obbligo di firma per gli altri reati-fine, riconoscendo in questo caso sussistenti le esigenze cautelari.

Nelle carte che descrivono le motivazioni del collegio bolognese si legge: «è impensabile che la massa dei partecipanti a tali azioni siano consapevoli di quei doppi fini o si muovano in funzione degli stessi; che la lotta sindacale assume tratti peculiari connessi al fatto che l'azione sindacale, per essere efficace, debba necessariamente estendere il conflitto contemporaneamente in diversi stabilimenti, in cui operano controparti datoriali diverse, ma appaltatrici di un unico committente; ed ancora occorre tener conto che il comparto della logistica è notoriamente caratterizzato da estremo sfruttamento, lavoro nero, evasione fiscale e contributiva; che l'ipotizzato programma criminoso dell'associazione tende a confondersi con le precipue finalità del sindacato, segnatamente, le azioni di picchettaggio, di blocco dei mezzi delle aziende, di occupazione delle sedi di lavoro, di interruzione di pubblico servizio, sono indifferentemente condotte strumentali alla legittima attività sindacali» e che il presunto disegno criminale «non si è concretizzato in nessuna fattispecie penale congrua a quello scopo».

Tuttavia, nelle cinquanta pagine di motivazioni, il Riesame spiega altresì che «(…) già i tratti obiettivi della vicenda rivelano ampiamente come tutti e sei gli indagati – sia nelle conversazioni captate, sia nelle stesse spontanee dichiarazioni rese, condividano - sulla base non di un carattere od indole impulsiva e violenta, ma (ciò che è più temibile) di una razionale interpretazione estensiva di ciò che si debba intendere per azione sindacale in circostanze estreme o ritenute aderenti alla peculiarità con cui si presenta ed agisce il fronte dei datori di lavoro - la convinzione che la lotta sindacale ben possa comprendere anche modalità (si pensi soprattutto picchettaggio con ricorso a barriere umane), erroneamente ritenute scriminate dall'esercizio dei diritti dei lavoratori, ed invece penalmente illecite per le ragioni già sopra argomentate, nonché implicanti - secondo previsione più che esigibile da parte dei prevenuti di conseguenze causali dagli stessi evidentemente accettate - il fatto che tali azioni organizzate programmate possano ulteriormente trascendere in altri reati o in eventi letali (si pensi alla resistenza a pubblico ufficiale oppure ad incidenti legati al blocco forzoso dei mezzi aziendali in uscita o in entrata)».

E ancora: «dunque, le stesse circostanze obiettive dell'azione, cioè, dipingono Arafat, Milani, Pallavicini, Scagnelli, Abed e Montanari come soggetti da tempo radicalizzati nell'accettare dell'eventualità che la lotta sindacale da loro perseguita - del tutto legittima e meritoria per molti aspetti - possa in concreto trascendere nuovamente in illeciti penali che, effettivamente, si sono ripetuti per anni con cadenza periodica, sempre in occasione di manifestazioni organizzate dagli stessi». Ed infine circa i reati fine «quanto all’illeceità penale delle condotte – picchettaggio nella forma della muraglia umana o quella della creazione di barriere materiali – si rammenti che la scriminante di cui articolo 51 cp, sia ravvisabile all’esito di un bilanciamento di interessi nel caso concreto in cui, però l’esercizio del diritto (di sciopero, manifestazione del pensiero etc), non può mai aver come contenuto tipico la violenza sulle persone o sulla cosa altrui)».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Convinti che la lotta sindacale contempli anche modalità penalmente illecite»

IlPiacenza è in caricamento