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Cronaca

«Schiavizzata e abusata dagli zii aguzzini. Per punizione chiusa anche per ore sul balcone»

Condannati i due zii di una ragazzina - ora 19enne - per maltrattamenti e violenza sessuale. Dopo mesi di terrore si confidò con un'amica e con una prof che denunciò alla polizia. Ora è in una comunità protetta e pensa al suo futuro

Quando la madre l’ha affidata agli zii in Italia non si sarebbe mai immaginata il calvario che la figlia, all’epoca dei fatti ancora minorenne avrebbe subito, tuttavia ha poi visto invece quanto coraggio ha avuto nel chiedere aiuto e a denunciare: prima a un’amica e a una prof, poi ai servizi sociali, alla polizia e alla procura.

La rete ha funzionato e ora, salva, è in una Matteo Centini-2comunità protetta, frequenta l’ultimo anno delle superiori e da grande vuole diventare ostetrica. Per evidenti ragioni facilmente comprensibili, nel raccontare la sua storia useremo un nome di fantasia: Adelaide. Dopo le denuncia sono iniziate le indagini coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini e condotte dalla Quarta Sezione della Squadra Mobile di Piacenza, indagini che hanno portato prima al rinvio a giudizio e poi al processo svoltosi in rito abbreviato (e condizionato) degli zii. Adelaide all’epoca fu subito prelevata da scuola e portata al sicuro in un domicilio segreto e non ha mai più fatto ritorno a casa. La zia è accusata di maltrattamenti in famiglia aggravati, per futili motivi, lui anche di violenza sessuale aggravata dalla minore età della ragazzina, entrambi rispondono in concorso per i maltrattamenti. Durante la fase d’indagine la vittima - costituita anche parte civile con l’avvocato Claudia Magnaschi (sostituita dalla collega Lauretta Alberti) - è stata ascoltata in audizione protetta durante un incidente probatorio, così come lo zio che ha sempre negato ogni addebito.  Il 15 settembre il gup Fiammetta Modica ha emesso le sentenze: lo zio è stato condannato a 2 anni e 8 mesi (pm ne aveva chiesti 5), la zia 2 anni e 4 mesi (l’accusa ne aveva chiesti 3).  La giovane ha ricevuto una provvisionale al momento parziale di 20mila euro.  Gli imputati sono stati difesi dall’avvocato Emilio Dadomo che ha annunciato, una volta depositate le motivazioni della sentenza, di voler ricorrere in amagnaschi claudia avvocato-2ppello. A parere della difesa quello che è emerso in sede di incidente probatorio, ossia le dichiarazioni di Adelaide non abbiano formato e prodotto la prova della violenza sessuale. Un racconto – secondo Dadomo – fumoso, vago e appunto non provante dell’abuso sessuale. Per questo motivo ha chiesto l’assoluzione.

I FATTI - Adelaide è arrivata in Italia nel 2017 da un paese africano con i due zii che si sono finti genitori (il passaporto era falso perché era la nipote e non la figlia ma nel contempo anche vero, realizzato ad hoc in Africa per poterla far arrivare a Piacenza in maniera regolare e con un permesso di soggiorno). Gli zii, lui 45 e lei 35 anni l’hanno portata a casa loro nel Piacentino, entrambi hanno un lavoro e due figli piccoli, con la promessa di darle un futuro: la scuola, gli amici, la possibilità di essere felice. All’inizio – secondo il racconto – andava tutto bene poi, pian piano, la zia ha cominciato a trattarla come una serva. Secondo l’accusa la zia l’ha schidadomo emilio avvocato 2021-2avizzata, umiliata ogni giorno. Quando tornava da scuola doveva prendersi cura dei nipoti piccoli (spacciati per fratelli), fare le pulizia, cucinare.

Se, secondo la zia, sbagliava qualcosa erano botte: l’avrebbe presa per capelli, insultata, minacciata, vessata ogni giorno. E’ accusata di averla picchiata quasi quotidianamente con utensili di casa ma anche di averla chiusa anche per 12-13 ore consecutive sul terrazzino, sia in inverno sia in estate per ogni presunto sbaglio quella era la posizione. Adelaide non si è arresa, ha continuato ad andare a scuola fino a quando non ce l’ha fatta più e si è confidata con una coetanea. L’amica spaventata ha allertato una docente che ha creduto al racconto e ha dato l’abbrivio alle indagini, accanto alla ragazzina ci sono stati sempre anche i servizi sociali. Circa i comportamenti dello zio, accusato di violenza sessuale, secondo l’accusa lui avrebbe tentato più volte di insidiarla avvicinandola in modo equivoco in casa. E’ accusato di essersi strusciato, di esseri coricato addosso a lei sul divano, di averla braccata in bagno, palpeggiata, baciata. Adelaide quindi – ha evidenziato il suo legale – ha vissuto almeno un anno nel terrore, tradita dalla propria famiglia in un’età molto particolare e abusata da un uomo di cui si fidava. Alcune volte lo zio le ha fatto capire che avrebbe potuto mettere una buona parola con la zia se lei fosse stata accomodante nei suoi confronti.

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