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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

«Gli archivi segreti svelano il potere nefasto instaurato dalla Rivoluzione russa d’ottobre»

La conferenza del prof. Sanfratello alla Passerini-Landi, nel centenario dell’evento

Il centenario della “Rivoluzione d’Ottobre” (ignorato politicamente nella Russia di Putin), ha invece offerto, in Italia e all’estero numerose occasioni per approfondirne la conoscenza. Da noi il tema è stato illustrato - su invito del presidente del Comitato Piacentino della Dante Alighieri dottor Roberto Laurenzano - in una conferenza tenuta nel Salone Monumentale della Biblioteca Passerini Landi, dal prof. Agostino Sanfratello, già docente di Filosofia della Politica e Filosofia del Diritto presso l’Università La Sapienza di Roma e presso l’Università di Teramo.

Il 1917 non fu solo uno degli anni più duri della Prima Guerra Mondiale (cui si aggiungono l’entrata degli Stati Uniti in guerra e la sconfitta di Caporetto), ma anche il momento storico in cui, nei “dieci giorni che sconvolsero il mondo”, la rivoluzione in Russia fa cadere il regime zarista e dà il via per l’instaurazione di uno stato comunista, ispirato alle teorie di Karl Marx. I bolscevichi dopo i primi atti effetto della rivoluzione del 1917, e una guerra civile immediatamente susseguitasi, formarono un governo rivoluzionario presieduto da Lenin e furono in grado di estendere progressivamente il loro potere su gran parte dei territori del vecchio Impero zarista. L’intervento del prof. Sanfratello ha accennato alla genesi e allo svolgimento degli eventi per poi concentrarsi sui documenti e sulle memorie emersi dai dossier segreti che dimostrano la sostanziale falsità della Rivoluzione russa sul “come” è stata per molti decenni raccontata secondo i canoni narrativi e interpretativi patrocinati e imposti dai vincitori, cioè dai bolscevichi. Già messa profondamente in crisi dalla storiografia internazionale degli anni '70 e '80, la narrazione bolscevica della Rivoluzione russa conosce il suo definitivo tramonto dopo il crollo del Muro di Berlino e del comunismo in URSS, per opera di una nuova storiografia che può usare per la prima volta una ricchezza documentaria e memorialistica crescente. Gli archivi segreti, si deduce dalla tesi dell’oratore, non sono nati per il diletto della ricerca storica, ma sono da sempre stati uno strumento del potere. Nei loro meandri, i potenti hanno sempre gelosamente custodito le carte che permettessero loro di legittimare anche le azioni nefaste del proprio dominio. Il lungo e secolare processo di democratizzazione ha finalmente condotto gli Stati democratici, ad aprire i propri archivi e a permettere lo studio anche dei documenti recenti, creando così le basi per la ricerca sulla storia contemporanea. E’ quello che ha fatto il prof. Sanfratello raccogliendo ed esaminando una copiosa documentazione via via presentata alla platea delle Biblioteca, con la quale ha evidenziato come gli intellettuali e politici che parteciparono al risveglio rivoluzionario del 1917 vennero poi emarginati e brutalmente costretti al silenzio o all'esilio, dalla conquista bolscevica del potere in nome della quale Lenin e Trockij legittimavano condanne senza sentenze giuridiche con fucilazioni di massa e operando deviazioni, violenza, veri e propri crimini. Una grande menzogna è stata la plebiscitaria adesione dei coloni alla costituzione dei Kolchoz. Un decreto abolì senza indennizzo la proprietà fondiaria, confiscando e mettendo a disposizione dei comitati agricoli le tenute de latifondisti, le terre dei coloni, del demanio e quelle della chiesa. Una massa di documenti via via emersi dopo che Nikita Kruscev denunciò con forza i metodi dispotici e terroristici di Stalin, dimostra che l’accorpamento dei loro terreni nei Kolchoz non fu volontaria, ma indirizzata dalle mitragliatrici puntate. Venne inoltre applicato con la forza il controllo operaio su produzione, conservazione e compravendita di tutti i prodotti e le materie prime. La misura era rivolta non solo a tutte le imprese industriali, ma anche alle banche e alle attività commerciali. In sostanza lo zarismo fu sostituto da un regime ancora peggiore.

Nel corso della sua conversazione il prof. Sanfratello ha evidenziato come anche altre “grandi rivoluzioni” (vedasi quella francese, per vari aspetti) nate con il progetto di trasformazione in grande del corso delle cose, siano sfociate storicamente nel terrore.

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