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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Incontro sulla fibromialgia aperto alla cittadinanza

Venerdì 12 maggio ricorre la giornata mondiale della fibromialgia. L’Azienda USl aderisce all’evento, promuovendo un incontro tra specialisti e cittadinanza. L’appuntamento informativo inizia alle ore 14.30, nella sala convegni di via Anguissola

Venerdì 12 maggio ricorre la giornata mondiale della fibromialgia. L’Azienda USl aderisce all’evento, promuovendo un incontro tra specialisti e cittadinanza. L’appuntamento informativo inizia alle ore 14.30, nella sala convegni di via Anguissola. “Il termine fibromialgia – spiega Eugenio Arrigoni, responsabile di Reumatologia e immunologia all’ospedale di Piacenza - deriva da fibro (che indica i tessuti fibrosi come tendini e legamenti) e mialgia, che significa dolore muscolare”. L’aggregazione rimanda proprio a quell’insieme di sintomi a carico di distretti dell’organismo, che trova nel dolore cronico a carico dell’apparato muscolo-scheletrico la sua maggior espressione. “Ecco perché è più preciso parlare di sindrome che di malattia”. Colpisce l’età media (40-60 anni), interessa soprattutto il sesso femminile (9/10 malati sono donne), con una prevalenza dello 0,7-3,3% nella popolazione generale, percentuale che aumenta con l’età fino al 7% nelle donne con più di 60 anni. “Costituisce il 5-7% delle visite nell’ambulatorio del medico di famiglia, il 10-20% di quelle in ambulatorio reumatologico”. In Italia si stima che siano 2-3 milioni le persone affette da fibromialgia. Il 12 maggio, in via Anguissola, interverranno diversi esperti. Introduce l’incontro il direttore sociale Ausl Costanza Ceda; il suo intervento è seguito da un saluto di Daniele Conti, coordinatore Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna (Amrer). Arrigoni inquadra la sindrome, per lasciare poi la parola all’internista Elena Bravi, alla psicologa e psicoterapeuta Clara Michelotti e a Giordana Dordoni, responsabile del programma Ausl di Psicologia clinica e di comunità.

“Nella gran parte dei casi il paziente giunge al reumatologo proprio per il dolore, ma lamenta spesso anche altri sintomi”, prosegue Arrigoni. Tra i più comuni c’è la difficoltà a digerire, bruciore allo stomaco, colon irritabile, dolori addominali, cefalea, stato ansioso-depressivo, disturbi del sonno, formicolio agli arti e facile faticabilità. “Non esiste una causa accertata di questa patologia: verosimilmente sono molteplici i fattori che concorrono alla sua manifestazione”. A fronte di questa pluralità di sintomi, tra cui è predominante il dolore, gli esami di laboratorio e radiologici sono del tutto negativi. “Questo fa spesso dire al medico che tutto bene e non c’è nulla di cui preoccuparsi: queste frasi rassicuranti al contrario fanno spesso sentire il paziente frustrato, non capito e per nulla rassicurato”. “Data la complessità delle cause l’approccio terapeutico della malattia non potrà che essere complesso e articolato e non limitato alla sola terapia farmacologica”. “È fondamentale l’intervento multidisciplinare, con un adeguato supporto psicologico; in tal modo il paziente sarà in grado di mettere in atto opportune strategie per la gestione dei sintomi e delle conseguenze quotidiane della malattia”.
Gli aspetti psicologici sono fondamentali per il benessere di ogni soggetto. Nel caso di pazienti fibromialgici tali aspetti assumono particolare rilevanza in quanto alterati dall’esperienza del dolore cronico, che riduce la capacità di contrastare eventi sfavorevoli e aumenta sentimenti di incertezza e di bassa autostima. Questi sentimenti possono portare il soggetto a ritirarsi in se stesso, a sviluppare un atteggiamento aggressivo nei confronti degli altri e sfogarsi con momenti di rabbia.

Già nel 2009 l’Azienda Usl di Piacenza aveva attivato, su indicazione dei reumatologi, un servizio di assistenza psicologica, di cui è responsabile la psicologa Dordoni, per pazienti con forme particolarmente gravi e invalidanti di artrite reumatoide e sclerodermia. La fibromialgia non rientra in questi parametri ma può risultare invalidante se il paziente non riesce, a causa del dolore, del tono dell’umore e della stanchezza, ad avere una vita di relazione soddisfacente. “Per questo, sempre su indicazione degli specialisti reumatologi, l’Ausl di Piacenza aveva dato vita, nel 2010, a un progetto di gruppi di auto-mutuo-aiuto, guidato dalla psicologa Michelotti. Per i buoni risultati ottenuti, il progetto è diventato un percorso: il ritrovarsi insieme offre ai pazienti l’opportunità di confrontare le proprie esperienze e di aiutarsi l’un l’altro su come affrontare situazioni comuni”. L’offerta di un supporto psicologico ai pazienti con patologie reumatiche rappresenta un elemento di qualificazione importante per Piacenza.

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