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Cultura

Un concerto con musiche di Brahms per i 90 anni del musicologo Bussi

L'appello dalla Famiglia Piasinteina

“Una proposta come questa avrebbe certamente avuto il mio sostegno. Sono passati più di trent’anni,  compiti e ruoli dei sindaci si sono molto modificati, ma penso che oggi, come allora, avrei certamente sostenuto l’idea di regalare un concerto per festeggiare i 90 anni di Francesco Bussi”. Così l’altra sera alla Famiglia Piasinteina l’ex sindaco di Piacenza Stefano Pareti. Sullo stesso tono il razdur Danilo Anelli ed anche il pubblico che col suo applauso ha sostenuto “l’idea”: che è “la decentissima proposta” che conclude il volumetto “Conversazione con Bussi-Conversazione con Brahms” curato da Umberto Fava. Questa la proposta, spiegata a pag. 57: “Se io fossi il sindaco di Piacenza, – scrive Fava – per il compleanno di Francesco Bussi gli regalerei un concerto. Naturalmente di  Brahms. Naturalmente al Municipale. Magari musiche per 90 minuti quanti i suoi anni, come la Sinfonia n. 4 e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2, due pezzi proprio da novanta”.  

Per una città che ambisce a diventare capitale della cultura sarebbe il dovuto onorare così un musicologo e uno studioso che ha dedicato la sua vita alla grande musica e all’indagine dei grandi musicisti, fra cui il prediletto Johannes Brahms. A cui Bussi ha dato anima e cuore ed anni di lavoro e ben cinque libri (tutti editi dall’autorevolissima Libreria Musicale Italiana di Lucca), di cui il più recente è “Il Brahms ritrovato”, quello delle composizioni sacre e profane polifoniche a cappella che Fava definisce “la quinta sinfonia” di Bussi intonata all’amato compositore tedesco. Il volumetto-intervista “Conversazione con Bussi - Conversazione con Brahms”, ha fatto da filo conduttore della serata: una serata non solo di notevole significato culturale, ma anche di intelligente e non folcloristica piacentinità, seguita con grande attenzione dall’uditorio.

E in attesa del grande concerto al Municipale (invocato da Fava, a cui si sono unite anche le voci di Pareti e di Anelli e presto – c’è da augurarsi - anche di altri), la Famiglia Piasinteina ha dedicato un affettuoso ed anche commovente omaggio musicale a Bussi con momenti di raffinata rarefatta rara bellezza ad opera di due giovani e valenti musicisti del Conservatorio Nicolini, Valentina Pennisi al clarinetto e Luca Casana al piano, che hanno eseguito brani del genio di Amburgo, ottenendo non solo il plauso della sala, ma anche quello di un autorevolissimo eccezionale ascoltatore come Francesco Bussi.

L’intrecciarsi delle domande e delle risposte nella duplice e parallela intervista di  Stefano Pareti a Bussi, Sant’Antonino d’Oro e Piacentino Benemerito, e a Fava, Angil d’Or 2017, ha evidenziato la competenza in materia, ma anche la memoria, l’umanità, la passione, la ricca personalità di Francesco Bussi, ed ha consentito di capire meglio le ragioni del suo successo di portata nazionale confermato anche dai giudizi di prestigiosi personaggi del mondo musicale. Il “libretto rosso” di Fava, un librettino da 7 euro, “un tascabile quasi come un cellulare, ma che – con tutto il Brahms e il Bussi che c’è dentro – suona assai meglio di un cellulare”, insomma 72 paginette che raccolgono una lunga intervista al professore che diventa anche una sintesi dei suoi magnifici 90 anni, evidenziando in entrambi il ruolo culturale nel raccontare dalla colonne del quotidiano Libertà rispettivamente per 50 e per 30 anni il mondo della musica lirica e del teatro di prosa, mantenendo sempre una linea di autorevolezza e la capacità di tenere ben distinto di fronte ai propri lettori l’intrattenimento dalla cultura, il dovere dell’informazione e il diritto a esprimere un giudizio critico. A questo proposito, scrivere una critica, afferma Bussi, “vuol dire separare, scegliere, discernere, quindi esaminare e giudicare, quindi interpretare e valutare dentro il buono e il cattivo. Dire le cose come stanno”.

        

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