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Economia

Coldiretti: "Aperti al mondo, forti della nostra storia"

Giovedì 10 dicembre alle ore 18.30 il tradizionale convegno degli auguri

Si intitola “Aperti al mondo, forti della nostra storia - religione, cultura, libertà” e vuole essere un momento di riflessione per collaboratori, soci e dirigenti sull’attualissimo tema del confronto-scontro tra civiltà, religioni e culture. E’ il tradizionale convegno degli auguri di Coldiretti Piacenza previsto per giovedì 10 dicembre 2015 alle ore 18.30 presso sala Bertonazzi al Palazzo dell’Agricoltura.

I contenuti dell’incontro, moderato dal direttore del quotidiano Libertà Gaetano Rizzuto, saranno affidati al vescovo di Piacenza Monsignor Gianni Ambrosio che affronterà i temi dell’integrazione tra culture e dell’accoglienza valorizzando le storie e le reciproche identità. Monsignor Ambrosio, in qualità di rappresentante dei vescovi italiani in Europa, racconterà in questa occasione quale è la percezione generale degli altri paesi europei rispetto al fenomeno dell’immigrazione.  Al presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti il compito di portare esempi di integrazione che si verificano nel mondo dell’agricoltura e raccontare come effettivamente il settore agroalimentare possa rappresentare un’opportunità per questi popoli. Infine, il giornalista di politica internazionale Stefano Verzè spiegherà il fenomeno del terrorismo islamista, che sta tenendo sotto scacco la comunità internazionale, a partire dalle radici storiche, passando dalle fonti di finanziamento per arrivare a tracciare un quadro di comprensione delle reazioni europee.

“I fatti che stanno minando la sicurezza a livello mondiale, commenta Marco Crotti presidente di Coldiretti Piacenza, e che ci lasciano sgomenti di fronte all’impossibilità di comprendere le ragioni alla base di questa violenza rendono necessari un approfondimento ed una riflessione. Il lavoro, sia esso agricolo o di altra natura, si configura oggi come l’unico mezzo per la vera integrazione; la condivisione delle esperienze, lavorative prima di tutte, portano alla vera realizzazione dell’unità e della fratellanza sviluppando l’empatia necessaria per comprendere l’altro.”

“Il settore agricolo, conclude il presidente, si configura come un bacino di integrazione che al tempo stesso dal lavoro degli immigrati trova nuova linfa. Molti distretti produttivi di eccellenza del Made in Italy possono infatti sopravvivere grazie al loro lavoro, dalle stalle dove si munge il latte alla raccolta della frutta: i lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo.” Al termine del convegno, un momento conviviale per scambiarsi gli auguri con l’aperitivo di Campagna Amica.

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