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Il punto di vista

Pug, Rolleri: «Se un imprenditore non può espandere, se ne va»

Il monito di Confindustria alla politica cittadina: «Non date per scontato l’impegno delle aziende, costrette a lottare con la concorrenza estera. C’è una lotta tra i territori per accaparrarsi le attività. Il privato non può accollarsi la bonifica delle aree dismesse»

«L’invito che la Confindustria fa è quello di creare un Pug che possa offrire permessi straordinari alle aziende». Francesco Rolleri, presidente degli industriali, è intervenuto in commissione per confrontarsi con i consiglieri comunali della città di Piacenza.

«Le attività industriali vengono date per scontate - ha detto Rolleri in merito al Piano urbanistico generale - ma siamo il 50 per cento del Pil piacentino. Senza le nostre aziende, l’economia locale non starebbe in piedi. Lo dico perché negli ultimi anni siamo stati dati troppo per scontati. I territori sono in concorrenza per cercare di essere più attrattivi. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di mantenere qui le aziende già operative e attarne da fuori il più possibile».

«Se non si dà la possibilità ad un imprenditore di espandersi - ha proseguito il presidente della Confindustria - questo se ne va. Difficile che si adegui, non gli si può chiedere di amare il territorio più della sua azienda, si guarderà attorno, anche perché deve già lottare con una agguerrita concorrenza straniera». Rolleri nell’ultimo mese è stato in Cina e Germania. «In Cina lo Stato stende un tappeto rosso alle aziende, offre terre, favorisce l’export, agevolazioni che creano disparità a livello competitivo con noi».

L’associazione degli industriali avverte in vista del Pug: «sarebbe un peccato spostare la nostra tecnologia lontano da Piacenza o dall’Italia perché ci sono vincoli troppo stringenti nel piano».

Più volte la politica locale annuncia di voler recuperare aree dismesse, come quelle militari, che a Piacenza rappresentano dei “buchi neri”. «Anche noi industriali sottoscriviamo questo obiettivo, il consumo di suolo zero è un’azione giusta. Però spesso non c’è sostenibilità economica nel recupero, perché occorre bonificare l’area. Le industrie andrebbero agevolate dallo Stato per trovare casa qui».

Confindustria sostiene convintamente, invece, la valorizzazione di Piacenza come “città universitaria”. «È uno sviluppo importante - conclude Rolleri - che merita attenzione. Se le quattro università si danno l’obiettivo di raddoppiare il numero di studenti in città sarebbe fondamentale, anche per un discorso demografico della popolazione che vive nel capoluogo».

IL BOTTA E RISPOSTA CON I CONSIGLIERI

Claudia Gnocchi (Civica Tarasconi) ha chiesto, «in termini pratici e concreti, cosa chiedete nel Pug come flessibilità?». «Chiediamo parametri più ampi - la replica di Rolleri - di fronte agli investimenti più importanti per l’occupazione».

«LA LOGISTICA NON E’ LAVORO POVERO»

Rolleri, conversando con i consiglieri, ha voluto spezzare una lancia nei confronti di un comparto spesso al centro del dibattito. «La logistica è una parte fondamentale dell’imprenditoria del futuro. Quando si dice “no alla logistica” si dice “no al futuro”. Qua a Piacenza siamo il territorio migliore e più attraente per gli insediamenti logistici. È evidente che ci sono state delle esperienze negative e continuano ad esserci. Però si sta provando a migliorare. Vi invito ad andare a vedere come viene gestito il polo di Castelsangiovanni. Andate a vedere le aziende principali. Per voi è lavoro povero? Chiedetelo ai lavoratori stessi se la pensano così, che riescono a mantenere una famiglia con quello stipendio». Rolleri ha insistito sull’esempio di Castelsangiovanni. «Mentre in altri posti della provincia gli asili nido faticano ad avere il numero ideale di bambini, a Castello c’è il problema contrario. E vi invito a vedere gli ambienti di lavoro, che sono giovanili, multiculturali, flessibili. Non lo si può definire “lavoro povero”».

«LEROY MERLIN SE NE VA MA ALTRE AZIENDE SUBENTRANO»

Luigi Rabuffi (Alternativa per Piacenza) ha puntato il dito contro alcuni comportamenti imprenditoriali nel ramo della logistica. «Le associazioni di categoria fanno il loro mestiere, generare ricchezza e lavoro. Purtroppo la flessibilità consente anche ad una parte dell’imprenditoria di fare quello che vuole. Non tutto può essere concesso. Facendo così ci siamo trovati una logistica che, piaccia o non ci piaccia, è “nata male” a Piacenza, con contratti inventati, senza contributi. Si parla di Castello come esempio? Leroy Merlin se ne va e lascia a casa molte famiglie. E il Comune castellano si trova a gestire con i suoi servizi sociali delle famiglie senza stipendio».

«Lo sforzo di Confindustria - è l’ultima considerazione di Rolleri - è rivolto all’assunzione diretta dei lavoratori nelle aziende. Vero, Leroy Merlin se ne va, è un settore, quello logistico, dove la flessibilità è al massimo e può succedere di spostare tutta l’attività altrove in poco tempo. Però sono già pronte a subentrare nel sito di Leroy Merlin altre aziende».

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