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Il progetto

Energia e guerre, in Fondazione un incontro con il direttore di Greenpeace Giuseppe Onufrio

Appuntamento all’Auditorium il 23 febbraio alle 20,30. Paolo Rizzi: «Un’occasione per riprendere il tema del conflitto e della pace, andando al di là delle motivazioni politiche, religiose e territoriali»

Serve una "scossa" per progettare un mondo più giusto, pacifico ed equilibrato. Partirà da questa evidenza la prolusione dell’11esima edizione di Mondialità Consapevole, il ciclo di incontri promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore insieme a Caritas Diocesana di Piacenza, Svep Centro Servizi per il volontariato di Piacenza, Associazione Piccolo Mondo e Fondazione Migrantes, finalizzato a riflettere di geopolitica, cooperazione internazionale, economia globale, pace, conflitti e migrazioni.

Ad intervenire, dalle 20,30 del 23 febbraio, presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in un incontro aperto al pubblico, sarà il direttore esecutivo di Greenpeace Italia Giuseppe Onufrio: «Sarà l’occasione per riprendere il tema del conflitto e della pace, andando al di là delle motivazioni politiche, religiose e territoriali – sottolinea il professor Paolo Rizzi, direttore del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica e tra i promotori del progetto –. Come già fatto nello scorso appuntamento con l’intervento di Francesco Sassi, ricercatore RIE Ricerche industriali e energetiche, si affronterà la dimensione "sotto traccia" delle guerre, ovvero della conflittualità crescente che vediamo esplodere in molte parti del mondo e che è strettamente connessa alla proprietà, o alla disponibilità, di risorse primarie, ovvero l’energia, il cibo le risorse minerarie e così via. Un’opportunità per approcciarci ai conflitti che infiammano il pianeta, allargando la riflessione sulle sfide impressionanti che interpellano la nostra coscienza di cittadini planetari e a cui non sappiamo dare risposte adeguate: dalla crisi energetica alla "terza guerra mondiale a pezzi", dai flussi incontrollabili di immigrazione all’emergere della violenza nelle città, dalle nuove epidemie ai disastri naturali provocati dal cambiamento climatico».

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