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Gli studenti dell'istituto tecnico agrario incontrano i "colleghi" universitari

Nella mattinata del 16 marzo diverse classi del Centro scolastico di via Agazzana hanno incontrato alcuni docenti dell'Università per lezioni di approfondimento, un importante aggiornamento anche in vista dell'esame di Stato che li attenderà tra alcuni mesi

Istituto tecnico agrario e Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali, un legame consolidato da decenni che si rinnova con periodici incontri e lezioni "dedicate". Nella mattinata del 16 marzo diverse classi del Centro scolastico di via Agazzana hanno incontrato alcuni docenti dell’Università per lezioni di approfondimento, un importante aggiornamento anche in vista dell’esame di Stato che li attenderà tra alcuni mesi.

In particolare gli studenti delle classi quinte hanno assistito alla lezione del professore Paolo Ajmone Marsan che Ordinario di Miglioramento genetico animale e direttore dell'Istituto di Zootecnica e del Centro di Ricerca Proteomica e Nutrigenomica - PRONUTRIGEN dell'Università Cattolica. Ajmone ha illustrato le problematiche legate ai compiti futuri dell’agricoltura e dell’allevamento che dovranno sfamare, nel 2050, almeno 9 miliardi di persone ed in modo sostenibile. Parlando del bio, ha detto che "ha un importante ruolo per conservare la biodiversità, ma non è una scelta sostenibile perché produce meno su superfici maggiori e quella che sfamerà la terra è solo un’agricoltura intensiva. Quindi il vero problema è quello di aumentare la sostenibilità delle produzioni".

Ha poi ribadito che i prodotti animali sono necessari nell’alimentazione, fondamentali per una crescita corretta delle capacità cognitive dei bambini. Poi in età adulta si possono ridurre. Esistono nuove tecnologie ed analisi del genoma con estremo dettaglio e quindi oggi ci sono i mezzi per portare caratteri migliori alle razze. «Tutti gli alimenti sono necessari - ha puntualizzato il professore Erminio Trevisi - e devono essere combinati nel miglior modo possibile». Trevisi ha sostenuto che i problemi ambientali non derivano certo dall’allevamento animale e l’uomo ha il compito di utilizzare al meglio le risorse: «L’agricoltura non è solo coltivazione ed allevamento, ma anche tecnologia, fondamentale per la gestione di un territorio».

L’ impresa sostenibile (Che cosa c’entra l’Ecologia con l’Economia?). Ne ha trattato il Professore Davide Galli spiegando che l’azienda deve si puntare al profitto ma poi ha ribadito che di questi tempi è necessario produrre in maniera sostenibile ed agire da un punto di vista etico, incrementando la qualità del personale addetto, cercando di contenere al meglio le possibilità di inquinamento. Ha citato H&M  che in seguito ad un incidente in una fabbrica in Banglades (che ha causato numerosi morti), ha compreso che era necessario cambiare la sua linea di management secondo un’accezione maggiormente etica. Anche la Pirelli da diversi anni non pensa solo al profitto ma cerca un  adeguato equilibrio tra uomini e donne. Insomma il profitto può unirsi all’etica. Alle seconde e terze il professore Edoardo Puglisi ha parlato di come i batteri possano divenire sentinelle ed alleati nella difesa dell’ambiente. Prima di lui Ilaria Re ha illustrato le peculiarità del Consorzio Italbiotec, un ente senza scopo di lucro con 5 Università, il CNR e oltre 20 realtà private. Il Consorzio si occupa di Ricerca, Formazione e Sviluppo d’impresa in ambito Biotech attraverso la collaborazione tra Università, Centri di Ricerca e Imprese. Italbiotec svolge attività nei settori della finanza agevolata e dello sviluppo d’impresa, dallo scouting al project management sino alla progettazione di corsi di formazione per le imprese e post-universitari.

«Save Our Soil for LIFE (SOS4LIFE) - ha detto Puglisi - è un progetto dimostrativo che intende contribuire all’attuazione su scala comunale degli indirizzi europei in materia di tutela del suolo e rigenerazione urbana con riferimento alle Linee guida sulle migliori pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione dei suoli».

Il progetto ha la finalità di dimostrare l’efficacia di un metodo biologico di riqualificazione di suoli inquinati da oli minerali, da idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e da miscele di benzene, toluene, etilbenzene e xilene (BTEX) che rappresentano in Europa il 45% del totale dei contaminanti, diffusi in tutti i Paesi dell’UE. LIFE BIOREST mira dunque a dimostrare la sostenibilità di un metodo di biorisanamento fondato sulla selezione e bioaugmentazione di ceppi microbici autoctoni selezionati per la loro alta capacità degradante, con lo scopo ultimo di ripristinare le caratteristiche ecologiche dei suoli e contrastare la perdita di fertilità, biodiversità e resilienza. Si intende infatti bonificare il suolo al livello richiesto dalla normativa italiana per l’uso pubblico/abitativo e al contempo valutare la biodisponibilità degli inquinanti mediante valutazioni microbiologiche ed ecotossicologiche che definiscano in modo innovativo il rischio intrinseco dei siti contaminati, nell’ottica di sviluppare un modello europeo di biorisanamento replicabile in altri siti inquinati ed in grado di restituire alle città nuove aree urbane attrezzate per usi produttivi e residenziali.

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