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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

«Nutrire il mondo con un’agricoltura “intelligente” e precisa, che eviti sprechi e tuteli l’ambiente»

L'assemblea dell'associazione laureati in Scienze agrarie e forestali di Piacenza che hanno rinnovato il Consiglio, è stata preceduta da un incontro tecnico-scientifico a cura del Presidente Bertoni

Si può nutrire il mondo e contemporaneamente proteggere il pianeta? Sicuramente. Le risoluzioni da adottare non sono semplici, ma tutte fattibili. Bisogna bloccare l’espansione agricola e con la medesima superficie (non sottraendola dunque alle foreste), vanno aumentate le rese dei paesi in via di sviluppo, utilizzando bene tutti i mezzi produttivi più moderni, privilegiando l’uso dei pascoli, ma anche adottando in modo pragmatico soluzioni che, gradualmente, aiutino questi paesi a crescere con spirito di fraternità, ma pure con la scienza, la tecnica, l’organizzazione e la cooperazione.

Il presidente dell’associazione laureati in Scienze agrarie e forestali di Piacenza prof. Giuseppe Bertoni ha svolto una relazione su queste importanti problematiche che ci avvicinano all’appuntamento di Expo 2015, in occasione dell’assemblea svoltasi presso la Trattoria dei Panzerotti, nel corso della quale si è proceduto anche al rinnovo del Consiglio.

Bertoni coordina una “task force” finanziata dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e della quale fanno parte diversi dicenti della Facoltà di Agraria di Piacenza perché la produzione di cibo appropriato (ovvero idoneo alla popolazione) nei paesi in via di sviluppo, presuppone un approccio complessivo integrato che concerne la nutrizione, le produzioni vegetali, la trasformazione, la sicurezza e l’impatto ambientale.

alsafBertoni-2Non solo: tutto questo implica poi una mirata divulgazione che prima di essere propagata, necessita di una attenta raccolta di dati da parte delle persone del luogo. Per questo sono stati attivati diversi “centri pilota”, di cui uno al Cerzoo a Piacenza e gli altri in India ed in Congo. Bisogna dunque implementare le attività sperimentali e dimostrative, connaturate alle diversissime specificità agricole.

In Italia, ad esempio, c’è buona disponibilità di alimenti, ma non sempre la produzione è razionale. Bisogna puntare su una agricoltura “blu”, con decise riduzioni delle lavorazioni. E per l’alimentazione bisogna indirizzarsi verso una maggior diffusione della dieta mediterranea (che prevede anche modeste quantità di carni bianche), moderare l’uso di zuccheri ed amidi, puntare su una qualità della vita diversa.

In India la produzione non è sufficiente e nemmeno si potrà migliorare più di tanto. E non conoscono le tecniche per migliorare la fertilità del suolo. In Congo la situazione è diversa, ma i risultati sono gli stessi. “Bisogna- ha chiarito Bertoni- essere soprattutto pragmatici e la cresciuta deve essere graduale, una intensificazione sostenibile, un’agricoltura conservativa, fatta di piccoli e semplici atti come l’utilizzo degli animali ed spingere per una piccola meccanizzazione. Anche i missionari devo insegnare tutto questo. E per raggiungere queste mete occorre tempo”.

Bertoni ha ricordato che l’energia è il fattore essenziale per la produzione dei cibi: è necessario indirizzarci su consumi sobri, sulla lotta agli sprechi, con una produzione adeguata ai fabbisogni reali, per garantire sostenibilità economica e sociale ed essere consapevoli di cosa si può e si deve fare.

“Oggi- ha ricordato Bertoni- siamo in una situazione di equilibrio, con una tendenza al calo delle scorte e quindi susseguente aumento dei prezzi. Nel 2013 la situazione si è andata normalizzando ma può essere ancora instabile. Ma i prossimi 30 anni la popolazione aumenterà ed aumenteranno anche le esigenze nutrizionali. Dunque l’aumento delle produzioni agricole è indispensabile. Bisogna quindi, oltre che puntare sulla sobrietà, intensificare con intelligenza e precisione, senza eccedere nelle produzioni animali e con un’agricoltura più compatibile”.

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