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Prezzo del pomodoro: un incontro interlocutorio sulle prospettive del settore

Si è trattato, a quanto si è saputo, di un primo appuntamento interlocutorio nel corso del quale, per il momento, non si è parlato né di prezzo, né della revisione della "scaletta" dei parametri qualitativi, ma solo delle prospettive del settore

Si è svolto un incontro tra la parte agricola e quella industriale per la definizione del prezzo del pomodoro da industria per la campagna di trasformazione del 2104. Si è trattato, a quanto si è saputo, di un primo appuntamento interlocutorio nel corso del quale, per il momento, non si è parlato né di prezzo, né della revisione della “scaletta” dei parametri qualitativi, ma solo delle prospettive del settore.

Il fatto comunque che le parti si siano già incontrate (un altro “rendez vous”è previsto la prossima settimana), è sicuramente un segnale positivo, indice della volontà di pervenire al più presto ad un accordo che soddisfi entrambe le parti: l’industria che ha subito in questi ultimi anni difficoltà di mercato, e la parte agricola alle prese con un aumento esponenziale dei costi di produzione.

Ricordiamo che lo scorso anno si dovette attendere addirittura il 16 aprile per la firma dell’accordo quadro per il Nord Italia, con un prezzo base di 86 euro per tonnellata.

Un accordo d'area per le zone vocate del Distretto Nord Italia, concentrate per lo più tra Emilia e bassa Lombardia, che poi era servito, come lo sarà pure quest’anno, come riferimento anche per le aree del Centro-Sud, in particolare tra Puglia e Campania. Le attese dei produttori sono per un aumento sensibile del prezzo del pomodoro perché i mercati sono in fibrillazione e le scorte nelle fabbriche esaurite. Insomma, come aveva a suo tempo dichiarato il presidente Ainpo Filippo Arata, “un “anno zero” da cui ripartire, con un reddito adatto a tutta la filiera”.

Ed in effetti di ripartenza bisogna parlare, perché lo scorso anno si è raggiunto il picco negativo degli ettari investiti ed i relativi quintali trasformati (-12%); rese e fatturato in netta discesa, con una produzione media a Piacenza di 693 quintali ad ettaro, meglio che nel Distretto, con la “consolazione” di un buon brix che, va ricordato, è poi quello che, alla fine, determina il prezzo del pomodoro.

Insomma si guarda ora al futuro con più ottimismo, ma l’accordo va raggiunto in tempi adeguati, perché gli agricoltori hanno necessità di adeguare la propria programmazione aziendale.

Del resto anche l’industria è favorevole ad una sollecita soluzione. Dario Squeri di SterilTom, in una recente convegno a Tomato World, aveva dichiarato di essere pronto a chiuderlo (così Emiliana Conserve) anche entro fine anno, possibilmente anche pluriennale, con indicizzazione sui riferimenti (prezzi mondiali trasformati, per es.), in modo da garantire la programmazione e gli investimenti sia per la parte agricola che per l’industria di trasformazione, questo perché sembra che finalmente sia stata raggiunta una situazione di equilibrio tra domanda ed offerta.

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