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Economia

Verso un nuovo Disciplinare e una rinnovata comunicazione per i vini Doc dei colli piacentini

Questi gli obiettivi che sono stati evidenziati nel corso dell’assemblea di bilancio del Consorzio vini Doc dei colli piacentini che si è svolta al Palazzo dell’Agricoltura

Un Disciplinare di produzione rinnovato e scaturito dalle osservazioni dei produttori; che sia moderno, semplificato che rilanci anche il ruolo del Consorzio, unito ad una efficace comunicazione che esalti non solo i vini, ma soprattutto il territorio.

Questi gli obiettivi che sono stati evidenziati nel corso dell’assemblea di bilancio del Consorzio vini Doc dei colli piacentini che si è svolta presso il Palazzo dell’Agricoltura presieduta dal Presidente Marco Profumo, affiancato da Stefano Pizzamiglio Presidente Comitato Gestione Doc. Con loro il prof. Michele Antonio Fino dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il dottor Matteo Gatti dell’Università Agraria di Piacenza intervenuti per illustrare i risultati del questionario proposto ai soci.

«Il Consorzio - ha sottolineato Profumo - si propone in una veste rinnovata di divenire ambasciatore del nostro territorio; lo farà sia attraverso modifiche del proprio Disciplinare di produzione, con un percorso condiviso, come con un nuovo piano di comunicazione curato da Sp Studio di Patrizia Argenti con il supporto di Paolo Guglielmoni, esperto di neuro – marketing e ideatore del copywriting d’autore, strumento su cui si basa la nuova comunicazione istituzionale». «Un rinnovamento - è stato sottolineato -  non solo di immagine, con nuovo sito e logo, una più puntale presenza sui social, ma di sostanza, con una strategia di comunicazione in grado di coinvolgere il pubblico, instillando la curiosità e il desiderio di entrare nel territorio emotivo dei Colli Piacentini, riuscendo a trasmetterne il valore e l’unicità. Uno slogan ne sintetizza le finalità: Colli Piacentini Doc, da noi la vita si sorseggia».

Il 2020 si è chiuso con un bilancio ridotto, dovuto alla mancata attività promozionale  a causa del Covid ma per l’anno in corso sarà avviata un’attività di comunicazione, grazie all’approvazione di un progetto per 90mila euro, finanziato dalla Regione al 70%.  «Dobbiamo valorizzare-  ha detto il Presidente- maggiormente questo territorio espressione di autenticità, ruralità, accoglienza, con stupende vallate e tutto ciò va comunicato».

Il questionario - ha sostenuto Fino - è stato molto condiviso dai produttori; il sistema delle Doc e Igt oggi si snoda in una piramide su due livelli: si sta ipotizzando la possibilità di una ristrutturazione su tre, con al vertice la Docg, ma ne bisogna valutarne i costi e gli effettivi ritorni economici. Il 90% dei produttori - ha rimarcato - pensa che l’attuale sistema di regolamentazione per Ortrugo e Gutturnio non sia commercialmente incisivo; sarebbe dunque doverosa una riforma delle Doc, una semplificazione».

A parere di Fino «la Malvasia ferma ha enormi potenzialità grazie alle sue qualità intrinseche; bisogna poi puntare sul luogo, più che sul vitigno, meglio la Doc per il Gutturnio frizzante e la Docg per il fermo. Il Gutturnio ha una riconoscibilità immediata; c’è da ragionare se collocarlo nella Doc e nella categoria superiore».

Per Matteo Gatti è importante «una innovazione veicolata nella tradizione. Bisogna approfondire il fabbisogno e compiere scelte strategiche di medio e lungo periodo che tengano conto di un contesto di mutate condizioni climatiche e sociali. Oggi - ha ribadito Gatti- si può per esempio fare una meccanizzazione di qualità».

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