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Parla Boiardi: «Le critiche? Nulla di politico, si commentano da sole»

L'ex presidente della Provincia rompe il silenzio. Un'ora a ruota libera, «per ringraziare tutti coloro che mi hanno votato». Al giudizio duro di Carini e Bertoni sulla sconfitta non alimenta il fuoco: «Si commenta da solo. Basta autolesionismo». In Consiglio auspica «un gruppo unico d'opposizione». A Trespidi, Boiardi lascia «una Provincia con i conti sani, che ha fatto tanto per la scuola, il lavoro, la viabilità»

Tranquillo, sereno, rilassato. A poche settimane dalla sconfitta elettorale, Gian Luigi Boiardi scopre le carte. L’ha fatto stasera, in una sala del suo “vecchio” palazzo di Provincia. Arriva puntualissimo, in maniche di camicia. Sorride ai cronisti. Sembra molto disteso. Nel melting pot dei rimpalli di colpe, nel centrosinistra, è stato l’unico a non parlare. L’hanno attaccato pesantemente il presidente del Consiglio comunale Ernesto Carini - con un’intervista infuocata su La cronaca - e Adriana Bertoni, ex membro dell’assise provinciale.
  Sull'operato della Provincia: "Quando tra due anni passerò sul ponte di Trebbia, mi sentirò orgoglioso  

Il candidato sbagliato, hanno detto. Con l’idea, errata, di non pensare al presente, intestardendosi con una coalizione volta all’estrema sinistra e non al centro. Boiardi non ha alzato i toni. Ha risposto con misurato fair-play. Dimostrando grande eleganza. Anche dopo la Waterloo amministrativa.

«Le loro critiche non hanno nulla di politico - dice -, si commentano da sole. Non do giudizio sull’operato del Pd, sul fatto che secondo qualcuno non mi abbia appoggiato abbastanza. Il mio compito è stato quello di metterci la faccia. Quello che conta è lo spirito di servizio, tutto il resto si fa per altri interessi». L’ex presidente, quindi, si scosta dalle micce interne. «Il Pd si costruisce mettendo insieme valori e idee. È molto facile essere il capro espiatorio. Ma non è che si sarebbe vinto bilanciandoci verso un centro che non si sa bene cosa sia». In ogni modo, Boiardi conferma «di non essere ancora iscritto al Partito Democratico». 
  L'ex presidente: "Sono dell’idea di fare un gruppo unico consiliare, per rappresentare quello che siamo, riformisti veri, e non solo chiacchiere"  

 L’ex sindaco di Monticelli vede «nella tromba d’aria di destra», soprattutto della Lega Nord, uno dei motivi più grossi della dèbacle amministrativa. «I loro voti sono triplicati. Molti Comuni in Provincia sono passati al centrodestra. È stato un vento in tutta Europa. Neanche lo sforzo della lista Squeri ha avuto molta attenzione», analizza.

Così, la sua lista civica è stata fatta per interessare anche chi non era abituato alla politica. «Non credo alla politica come professione. Ci sono capitato dentro. Ma ci ho messo esperienza, impegno, qualità. E consegniamo a Trespidi una Provincia con i conti sani, che ha fatto tante cose. E quando passerò tra due anni sul ponte di Trebbia sarò orgoglioso, perché l’abbiamo fatto con la nostra giunta».  

Boiardi tornerà, lunedì prossimo, in Consiglio. Sponda opposizione. Un ruolo inedito, che non ha mai ricoperto. «Faremo proposte costruttive - chiosa -. Non criticheremo e basta. Saremo da stimolo, affinchè il sistema territoriale cresca». La squadra con cui affronterà il mandato di Trespidi è «giovane», e questo «potrà essere un vantaggio». Boiardi non vuole etichette. E qui è chiaro: «Sono dell’idea di fare un gruppo unico consiliare, per rappresentare quello che siamo, riformisti veri, e non solo chiacchiere».



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