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Venerdì, 26 Aprile 2024
Elezioni comunali

Il cavallo è ancora candidato a sindaco di Piacenza

Presenza ormai fissa alle urne, la statua equestre di Alessandro Farnese è il simbolo bipartisan della politica locale, infaticabile presenzialista capace di gareggiare nella stessa campagna elettorale per più avversari

Il cavallo è ancora candidato a sindaco di Piacenza. Ormai figura fissa alle amministrative, il destriero condotto da Alessandro Farnese è l’anima bipartisan della politica locale (e non solo), capace di gareggiare su vari fronti nella stessa campagna elettorale. Per l’appuntamento del prossimo 12 giugno si è già reclutato nel logo di “Piacenza Rinasce”: sotto il nome della lista, sopra la sua silhouette nera. 

Da buon padre ha lasciato al figlio Ranuccio il ruolo di primo ambasciatore di ApP nella copertina de “Il programma prima del programma”, ma si è comunque preparato a correre su più piste: testimonial del racconto delle migliorie alla città a cura dell’attuale amministrazione, con “Piacenza in chiaro”, inviato del questionario “Il Pd per la Piacenza di domani”, relatore per le donne e gli uomini di Fratelli d'Italia a confronto sul futuro della città. Il cavallo si presta a raccogliere voti, senza però concedere l’esclusiva ad alcun partito, come nel 2017, quando ha vinto e perso la corsa alla guida di Piacenza. Con la coalizione di centrodestra di Patrizia Barbieri si è seduto sulla poltrona di palazzo Mercanti, mentre con Passione Civica di Sandra Ponzini non è riuscito a raggiungere la soglia del quattro per cento.

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Un ingaggio concesso anche ad altri: il monumento del Mochi fa capolino alle spalle dell’allora aspirante primo cittadino Stefano Torre, in una delle foto-manifesto della campagna elettorale; si staglia nella parte superiore della locandina di un appuntamento del gruppo consiliare Lega Nord; la sua cavalcata segue Danilo Toninelli del M5S nella passeggiata pre-referendaria di salvataggio della costituzione.  La duplice , o meglio molteplice, posizione assunta dalla statua del duca non era inedita. Nella precedente chiamata alle urne - anno 2012 - aveva ben sostenuto la candidatura di Paolo Dosi e al contempo fatto del suo meglio per la lista civica Piacenza Viva. Da ricordare anche le precedenti apparizioni - trionfanti - del 2002 e 2007, complici del primo e secondo mandato di Roberto Reggi.

Si direbbe che il bronzo equestre non possa fare a meno di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella mischia elettorale, tanto da non arrossire se si ritrova a sventolare nelle bandiere di schieramenti avversari. Lucido e infaticabile presenzialista, l’agone politica non è certo l’unico ambito in cui ami spendersi per la città da decenni: ma questa è un’altra e ben più lunga storia. Intanto, non lo si accusi di tirare all’ultimo il carro dei vincitori: lui le briglie le ha allungate per tempo un po' a tutti.

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