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Fondazione, i commenti dal mondo della politica alle dimissioni di Scaravaggi

In merito alle improvvise dimissioni dalla presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano dell'ing. Francesco Scaravaggi, intervengono Bergonzi (Pd), Pisani e Polledri (Lega Nord), Foti e Opizzi (Fratelli d’Italia

Il mondo della politica piacentina si sente in dovere di esprimere la propria posizione sulle dimissioni dell’ingegner Francesco Scaravaggi dalla presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Marco Bergonzi (Partito Democratico) 

«All’epoca del rinnovo dei vertici – ricorda Marco Bergonzi del Pd - io non ero per la presidenza Scaravaggi, proprio perchè mi pareva molto evidente che, strumentalmente, si cercava un "volto pulito" in una situazione di ben altro tenore e che in controluce, non avrebbe avuto il pregio della discontinuità di cui la Fondazione avrebbe avuto bisogno. Oggi Francesco Scaravaggi, paradossalmente, paga proprio il fatto di essere davvero una persona come si deve. Va a casa per questo (oltre che per il fatto che arriva il conto di scelte, anche di persone di cui circondarsi, indotte al tempo da "consiglieri" che evocano il Gatto e la Volpe di Collodiana memoria). Capisco quindi che uscire da una situazione che, più che da "campo dei miracoli" assomiglia ad una corte dei miracoli, sia per lui togliersi un peso. Purtroppo però questo peso rimane alla comunità Piacentina tutta, che assiste sbigottita all'involversi della situazione.Con un soggetto di primaria importanza che gestisce i soldi dei Piacentini come la Fondazione, privo di guida, che pare sbandare pericolosamente verso un futuro tutto da definire. Il presidente voleva revocare il cda, il consiglio generale non gliel'ha consentito. Se ne avesse avuto la facoltà lo avrebbe liquidato personalmente, ma il meccanismo statutario della Fondazione non lo permette. Evidentemente, per una serie di ragioni, il consiglio di amministrazione che il presidente aveva proposto un anno e mezzo fa, non riscuote più la sua fiducia: perchè non prenderne atto ed andare a casa, senza attaccarsi a meccanismi statutari che ne complicano la sostituzione? Per la pesante situazione che si è venuta a creare, oggi è più che mai necessario un passaggio di trasparenza. Chi siede nel cda è lì perchè è stato proposto dal presidente che, pur di rimuoverlo, è stato disposto ad andarsene lui: l’intero cda lo segua, ciò non vuol dire che non verranno separate le responsabilità, che sono specifiche ed individuali, ma ormai è l'organismo nel suo complesso che non è opportuno sopravviva al Presidente che lo ha costituito».

Pietro Pisani (segretario provinciale Lega Nord)

«Ci vuole un’operazione trasparenza per chiarire il passato della Fondazione di Piacenza e Vigevano». È quanto auspica il segretario provinciale della Lega Nord Pietro Pisani.

“L’auspicio è che gli enti preposti facciano luce sui trascorsi della Fondazione, chiarendo una volta per tutte quali investimenti ne hanno compromesso il patrimonio e quali, invece, si sono rivelati scelte azzeccate, da buon padre di famiglia. Il passato dev’essere chiarito da chi di dovere, non possiamo accettare che sulla storia della Fondazione pesino ombre o zone oscure, che rischiano di compromettere anche la vita futura dell’ente».

Massimo Polledri (consigliere comunale Lega Nord)

«Nell’epoca del renzismo – spiega Polledri - il presidente Scaravaggi non è voluto rimanere indietro, autorottamandosi ed annunciando pure festeggiamenti per l’obiettivo raggiunto. L’ho visto sollevato e felice per il fatto di non doversi più preoccupare delle grane della Fondazione: eppure credo sapesse che non si trattava della bocciofila, quando è stato eletto presidente. A questo punto mi sento ancor più preoccupato per come è stata gestita in questi anni la Fondazione, definita una “bicicletta troppo pesante”. Ora, prima di pedalare sarebbe il caso di fermarsi per fare chiarezza su quanto accaduto per due semplici motivi: evitare gli stessi errori e verificare se c’è qualcuno che abbia più responsabilità di altri. Per esempio, come è potuto accadere che in questi anni la Fondazione abbia visto erodere il proprio patrimonio netto, a differenza di quanto accaduto a Fondazioni simili? In Commissione 1 formulerò diverse domande come questa: sono convinto che prima di ripartire occorra, con serenità, trasparenza ed onestà analizzare il passato per evitare la malagestione nel futuro».

Tommaso Foti ed Erika Opizzi (consiglieri comunali Fratelli d’Italia)

«L’epilogo del consiglio generale della Fondazione – sottolineano i due consiglieri - non solo conferma una profonda spaccatura al suo interno, ma non può essere alterato nel suo risultato. Se è vero che la proposta di Scaravaggi non ha avuto i numeri sufficienti per determinare la revoca del consiglio di amministrazione, altrettanto vero è che la maggioranza del Consiglio Generale ha sfiduciato il consiglio di amministrazione stesso. Se il presidente Scaravaggi, ancorché in maggioranza nel consiglio generale della Fondazione, come attestato dalla votazione, ha deciso di dimettersi - aggiungono i consiglieri di Fratelli d’Italia - non si vede come possano pensare di rimanere al loro posto i componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione, dopo che il consiglio generale ha espresso un chiaro giudizio negativo nei loro confronti, che assume ancora più rilievo e significato atteso che proprio da quel Consiglio erano stati eletti. Chi vuole rimanere attaccato alla poltrona, sappia che la nostra battaglia per ridare slancio e nuovo prestigio alla Fondazione non finisce certo con le dimissioni di Scaravaggi. Abbiamo detto da tempo - aggiungono Foti e Opizzi - che non di un rimpasto c’era bisogno nel Consiglio di Amministrazione, ma di un suo completo azzeramento. L’autonomia della Fondazione non può essere anche autonomia dalle regole che la stessa si è data e, quindi, sorprende che vi sia chi ipotizza di eleggere il nuovo Presidente della Fondazione lasciandogli a fianco il vecchio consiglio di amministrazione. Vi è solo una strada oggi possibile - concludono - e va percorsa se si vuol bene alla Fondazione. Non si faccia del Presidente Scaravaggi l’agnello sacrificale, si dimettano tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione e si lasci al Consiglio Generale di scegliere le persone che riterrà più idonee per evitare che la Fondazione cada nel baratro».

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