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«Fuori dalla Giunta mentre stavo lavorando per il cambiamento, ma rimango leale alla Lega»

L’ex assessore Polledri traccia un bilancio della sua esperienza in Giunta: «Revocato per le mie opinioni su Terrepadane, non per l’astio con il sindaco. La mia esperienza potrà servire in futuro in altri contesti. Grande impulso per le politiche della famiglie, sul fronte culturale ho coinvolto gente nuova e creato eventi a costo zero»

Massimo Polledri, da qualche giorno ex assessore della Giunta (aveva le deleghe alla cultura, alla famiglia e allo sport), vuole «rendere conto agli elettori di quanto è stato fatto in un anno». Perciò ha indetto una conferenza stampa per tirare la riga dopo un’esperienza che lo ha visto sicuramente protagonista, ma che è durata un quarto di quanto si poteva aspettare. Dopo quindici mesi la sua avventura politica amministrativa nella Giunta è arrivata al termine per volere dello stesso sindaco Patrizia Barbieri. «Alle Elezioni Comunali del 2017 – evidenza l’ex parlamentare, il più votato un anno fa con 383 preferenze -, mi ha votato il 7% degli elettori della Lega e il 3% degli elettori del centrodestra del primo turno, che hanno scritto il mio cognome sulla scheda elettorale. Voglio far notare che per quanto riguarda la politiche della famiglia, si è fatto molto in poco tempo. Tanti progetti sono lasciati in ereditati al mio successore (il leghista Stefano Cavalli, nda), con cui sono pronto a collaborare in caso di bisogno. «Avevo avviato la procedura per rivedere i parametri Isee relativi ai patrimoni immobiliari, posseduti all'estero, dei cittadini stranieri residenti in Italia. Si era deciso di rinnovare l'invio delle family card ai nuclei con 4 o più figli. La carta è stata spedita nel mese di agosto e sarà valida fino al 31 agosto 2019. La carta permetterà ai nuclei di accedere alle agevolazioni già previste nelle mense e nelle piscine comunali, musei e teatri e attività sportive. Intendevo allargare l’opportunità anche a chi ha tre figli. Inoltre era stato costituito un tavolo intersettoriale (bilancio, formazione, famiglia, servizi sociali) in cui si proponeva la revisione delle tariffe comunali. E sul fronte della cultura ritengo di aver portato “dell’aria nuova” in città, ovvero si è iniziato a lavorare e collaborare con nuove persone, non con i soliti noti. Sono stati organizzati una serie di eventi a costo zero che hanno arricchito l’offerta culturale piacentina». In questo periodo di tempo Piacenza è entrata a far parte delle dieci migliori candidature a “capitale italiana della cultura italiana 2020”. «Piacenza è anche diventata sede dei premi Nobel per la Pace, si è svolta con successo l’Estate al Farnese e a breve si terrà il Festival del Giallo. In più partirà il restauro dei cavalli del Mochi in piazza Cavalli grazie agli sponsor privati e c’era un accordo per la statua del Romagnosi. Il mecenatismo piacentino è diventato trasparente. Il Comune di Piacenza in questo periodo si è dimostrato più aperto alle nuove associazioni e realtà. Il recinto della cultura era sempre riservato ai soliti, ho cercato di allargarlo il più possibile e rivedere le spese. La stagione teatrale di prosa sta andando bene e si sono spesi centomila euro in meno».

Polledri non vuole criticare l’Amministrazione, che ha visto un rimpasto con tre nuovi ingressi. «Non guardo indietro, sicuramente la gente che mi ha votato lo ha fatto convintamente, perché conosceva il contributo che potevo dare per il cambiamento. Venivo da cinque anni di opposizione in Consiglio comunale, mi avevano votato per ciò che dicevo. Io ce l’ho messa tutta in questo anno di Giunta, sicuramente avrei voluto fare di più, mi aspettavo molto come risultati, ma non è stato possibile». Perché si è arrivati a un punto di rottura con il sindaco Patrizia Barbieri? «Vedo il dato politico: il sindaco ha messo in discussione le mie opinioni sul progetto Terrepadane, che può sicuramente essere migliorato. Soprattutto nella quota di residenziale prevista nel progetto: si vuole creare un altro dormitorio per cittadini non italiani in un quartiere già problematico. Mi pare un’idea della sinistra fare della edilizia agevolata lì». L’ex assessore nega di aver instaurato un rapporto problematico con il primo cittadino già nelle prima battute di questa Amministrazione. «Non ho avuto problemi con nessuno, non c’è stato astio».

«Sono passato in mezzo a tante intemperie politiche. Rimango nella Lega, che è una risposta concreta e dà speranza. Sono un uomo leale al partito e concordo con quanto ha detto il commissario provinciale Corrado Pozzi. Ci saranno sicuramente altri agoni politici in futuro in cui potrò dare il mio contributo, laddove soprattutto ci sarà bisogno di un giusto mix che tenga in considerazione l’esperienza». In Consiglio comunale l’opposizione ha duramente attaccato l’operato di Polledri, ritenuto – tra le tante osservazioni critiche – un politico da medioevo. «È stata un’epoca fantastica – ironizza il leghista -, è stata abolita la schiavitù, sono state portate avanti continue invenzioni agricole che hanno aumentato la produzione, ha diffuso la cultura romana in giro, ha inventato gli ospedali, le università, gli ospizi…».

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