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Rancan: «Più libertà sui protocolli. Idrossiclorichina e cura De Donno efficaci e a basso costo»

Lo chiede capogruppo regionale della Lega ER, Matteo Rancan, commentando i dati forniti dall'Ausl di Piacenza che ritraggono un quadro ancora sotto controllo ma in ampia crescita: 42 gli ospedalizzati ad oggi, contro i 31 della settimana scorsa

«Più libertà sui protocolli previsti per la cura dei pazienti affetti da Covid-19». Lo chiede capogruppo regionale della Lega ER, Matteo Rancan, commentando i dati forniti dall'Ausl di Piacenza che ritraggono un quadro ancora sotto controllo ma in ampia crescita: 42 gli ospedalizzati ad oggi, contro i 31 della settimana scorsa. 

I positivi al Covid sono invece passati da 98 a 237, più che raddoppiati in una settimana.  «Il dibattito pare però concentrarsi sulla sola ospedalizzazione» commenta l'esponente del Carroccio. «Eppure i dati forniti dal Direttore del dipartimento di oncoematologia dell'Ospedale di Piacenza Luigi Cavanna parlano chiaro: gli ospedali curano solo quel 5% degli affetti al virus che mostrano sintomi severi. A ciò ci aggiungano i risultati su uno studio italiano su 3.451 pazienti  ricoverati in 33 centri, pubblicato recentemente sull'European journal of  medicine, che indica l'idrossiclorochina come farmaco efficace, quanto economico, in grado di abbassare i tassi di mortalità dal 16% circa a meno del 9% se utilizzato nelle fasi iniziali della malattia. Le confezioni costano 4 euro e servono a curare due pazienti» prosegue.

«Così come economica è la terapia al plasma-iperimmune del professor Giuseppe De Donno. Purtroppo, però, siamo ancora indietro su questa strada». spiega il leghista.

La Lega aveva infatti più volte sollevato la questione, sollecitando la Giunta regionale  ad audire in commissione il professor De Donno che, a Mantova, è stato il primo a mettere in pratica l'utilizzo del plasma iperimmune come cura efficace contro il Coronavirus. Ai donatori emiliano romagnoli che, sulla scorta di quanto fatto da De Donno a Mantova, volevano donare il loro sangue una volta guariti dalla malattia, dal servizio sanitario regionale era stato risposto che non ce n’era bisogno. Solo a fine settembre l’assessore Donini ha confermato l'avvio della sperimentazione. «Abbiamo perso tanto tempo, ma ora la seconda ondata potrebbe investircie  dobbiamo fare presto. Avanti quindi con queste cure che, a costo zero, salvano vite umane e lasciano spazio nei nosocomi a pazienti affetti da altre patologie, che da febbraio subiscono ritardi nelle cure» conclude Rancan.

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