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La segnalazione

Terzo Polo: «Serve una diversa gestione dei defibrillatori»

L’ex consigliere Giardino: «Occorre un approccio differente nella manutenzione dei Dae»

«Il meritorio programma di sensibilizzazione sul fronte della defibrillazione istantanea, promosso in questi anni da “Progetto Vita”, ha visto aumentare considerevolmente il numero di defibrillatori Dae donati al Comune di Piacenza. Lo scorso anno, alle 57 macchine di proprietà municipale dovrebbero essersene aggiunte altre 13, nuove, acquistate dal Comune in ragione della variazione di bilancio approvata dal Consiglio comunale nella seduta del 18 ottobre 2021. Oggi, quindi, Piacenza dovrebbe poter contare complessivamente su 70 macchine». Così Michele Giardino, ex consigliere comunale ed esponente del “Terzo Polo di Piacenza”. «Sul finire del mio incarico di consigliere comunale – ricorda Giardino - formulai una interrogazione a risposta scritta all’ufficio Economato del Comune di Piacenza, per sapere se i Dae fossero sottoposti a controlli periodici e, se sì, sulla base di quali protocolli disciplinari; chi effettuasse tali controlli; che tipi di controlli venissero effettuati e con quale frequenza; se fosse previsto un piano comunale di sostituzione dei defibrillatori vetusti o danneggiati. Compresi in quella circostanza, che il nostro Comune non avesse una piena padronanza della materia. Nella risposta, ebbi modo di leggere che “i Dae vengono sottoposti a controlli periodici sulla base di scadenziario”; che “i controlli sono effettuati da personale dell’Economato e consistono nella verifica del corretto funzionamento dell’apparecchio tramite accensione del medesimo”; e che “in caso di guasto non riparabile o furto, si provvede alla relativa sostituzione”».

«Il mero ricorso all’accensione e spegnimento della macchina come modalità di controllo mi parve cosa molto modesta. Per esempio, un’eventuale debole carica delle batterie non è rilevabile in questa maniera. Come pure, non è rilevabile un eventuale decadimento dei parametri elettrici per semplice obsolescenza. D’altronde, sono le stesse case costruttrici a indicare le prove funzionali da porre in essere. Senza considerare le norme tecniche europee vigenti in materia, che richiedono la valutazione dei tempi di carica del defibrillatore e la misurazione dell’accuratezza dell’erogazione del Dae in caso d’uso. Anche la mancata indicazione della periodicità dei controlli mi convinse del fatto che non fossero frequentissimi. Ora succede che il ministro della Salute emana un decreto (16 marzo 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 24 luglio), in cui vengono definiti i criteri e le modalità per l’installazione e il controllo dei defibrillatori. Intanto, nei centri abitati, la densità ottimale di Dae viene indicata in misura non inferiore a 2 apparecchi per chilometro quadrato (e qui Piacenza dovrebbe essere in linea). Poi, per quanto riguarda l’efficienza delle macchine, prevede che sia “individuato un soggetto responsabile del corretto funzionamento e dell’informazione all’utenza, il quale deve assicurare … l’istituzione di un registro su cui annotare periodicamente, con frequenza minima di una volta a settimana, lo stato attivo del defibrillatore, della batteria e delle piastre”. Forse è arrivato il momento che il Comune di Piacenza esternalizzi il servizio, stanzi una somma fissa a bilancio e si affidi ad aziende che si occupano di queste attività in modo professionale. E ciò non solo per ottemperare alla nuova prescrizione normativa, ma soprattutto per garantire il puntuale e corretto funzionamento – all’occorrenza – dei defibrillatori presenti sull’intero territorio comunale».

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