La settimana europea della vaccinazione per promuovere la cultura vaccinale
Il tema di quest'anno: “Protetto Insieme. I vaccini funzionano!”
In Italia come in Europa l’Organizzazione mondiale della sanità sta celebrando (23-29 aprile), la settimana europea della vaccinazione. Obiettivo della iniziativa è contribuire a sostenere la domanda pubblica e l'appoggio politico per le vaccinazioni, attraverso attività di comunicazione mirata ed educativa. Nel corso del 2016, circa l'86% dei bambini di tutto il mondo ha ricevuto 3 dosi di vaccino contro la difterite-tetano-pertosse (DTP), ed entro il 2016, 120 Paesi hanno raggiunto almeno il 90% della copertura. Nonostante la disponibilità di un vaccino sicuro ed economico, il 2016 ha registrato 89.780 decessi di morbillo, su scala globale, mentre la vaccinazione ha portato un calo dell'84% delle morti, tra il 2000 ed il 2016. Di recente, il Parlamento italiano, ha approvato la Legge 119/2017 che estende il numero delle vaccinazioni obbligatorie per bambini ed adolescenti (0-16 anni), da 4 a 10, fornite gratuitamente perché già inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
L'obbligatorietà, non deve essere intesa come una costrizione, ma il risultato di evidenze scientifiche che considerano le vaccinazioni un valido ed insostituibile strumento di prevenzione di malattie infettive che potrebbero portare a gravi complicanze o essere addirittura letali. Naturalmente i vaccini hanno indicazioni, controindicazioni e possono dare anche effetti collaterali. E' buona norma, quindi, per chi deve sottoporsi ad una vaccinazione essere in stato di buona salute, quale garanzia di un sistema immunitario competente, in grado di dare risposte adeguate alla introduzione di antigeni e non lasciare prevalere la malattia sulla immunizzazione.
Le vaccinazioni obbligatorie possono essere eseguite con l'utilizzo di due vaccini combinati che riducono il numero di iniezioni e disagi correlati alle dosi. Sono offerte gratuitamente e fortemente consigliate anche le vaccinazioni: anti-pneumococco, anti-meningococco ACW-135Y, anti-rotavirus (per i nati dal 2017), antimeningococco B (per i nati dal 2017) e l'anti-HPV (papilloma virus), per gli undicenni maschi e femmine.
COSA SONO I VACCINI
Sono preparati biologici costituiti da microrganismi uccisi o attenuati, o da alcuni loro antigeni, o da sostanze prodotte dai microrganismi e rese sicure (es. tossoide tetanico che deriva dal trattamento della tossina tetanica), oppure da proteine ottenute con tecniche di ingegneria genetica. Generalmente, i vaccini contengono anche acqua sterile o una soluzione fisiologica a base salina e alcuni possono contenere anche un adiuvante per migliorare la risposta del sistema immunitario, un conservante (o un antibiotico) per prevenire la contaminazione del vaccino da parte di batteri e qualche stabilizzante per mantenere inalterate le proprietà del vaccino stesso durante lo stoccaggio. L'immunità è tipo specifica ed immunizzando la maggior parte della popolazione, anche i non vaccinati vengono protetti, interrompendo così la catena di infezione; serve però, almeno l'80% della popolazione vaccinata (immunità di gruppo). Non tutte le gravi malattie per cui sono obbligatorie le vaccinazioni, sono state debellate, ma, nel 1980, l'OMS dichiarava la completa eradicazione del vaiolo, proprio grazie alle vaccinazioni. Sempre secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la diffusione internazionale della “polio” rimane un’emergenza di sanità pubblica. Vi sono, infatti, ancora popolazioni in cui si registra una scarsa copertura vaccinale ed un livello inadeguato di immunizzazione a causa di conflitti e situazioni di insicurezza politica. Queste aree includono i Paesi del Medio Oriente, il Corno d'Africa e l'Africa centrale.
L'efficienza e la sicurezza dei vaccini, come per i farmaci, vengono controllate tramite sperimentazioni cliniche attente anche agli eventuali effetti collaterali e la possibilità che un virus contenuto nel vaccino regredisca alla forma virulenta, è bassissimo. Studi, dimostrano chiaramente la mancanza di correlazione tra la somministrazione dei vaccini e lo sviluppo di autismo.
PERCHÈ VACCINARSI CONTRO IL MORBILLO, LA ROSOLIA, LA VARICELLA E LA PAROTITE?
Il vaccino contro il morbillo, di tipo vivo attenuato, ha una efficacia del 98% e l'immunità dura tutta la vita. Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata nei casi di deficit immunitario o in corso di terapia immunosoppressiva (cortisonici, antineoplastici, anti-rigetto) e per prevenzione, in gravidanza e nei mesi successivi. Inoltre, il vaccino anti-morbillo non dovrebbe essere somministrato in bambini che hanno una storia di grave reazione allergica alla gelatina o all'antibiotico Neomicina. La persistenza del virus del morbillo nel tessuto cerebrale, dopo anche diversi anni dalla malattia, può portare alla panencefalite sclerosante subacuta, grave sindrome neurologica, tendenzialmente letale che si ritiene sia il risultato di una mutazione del virus.
Nella ROSOLIA, i sintomi passano inosservati, ma qualora, venga contratta durante il primo trimestre di gravidanza, può provocare aborto spontaneo, morte intrauterina o gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita).
La PAROTITE, nei bambini, si risolve in pochi giorni, nella maggior parte dei casi, ma, in alcuni altri le complicazioni della malattia, possono essere gravi: encefaliti, meningiti, pancreatite, danni all'udito, epilessia, paralisi dei nervi faciali, idrocefalia e nel maschio, orchite nel 20-30% dopo la pubertà.
Nella VARICELLA, l'infezione produce immunità permanente, tuttavia, il virus non viene eliminato dall'organismo, ma rimane latente in genere per tutta la vita, nei gangli delle radici nervose spinali.
La riattivazione del virus può essere scatenata da numerosi fattori, quali: lo stress, la luce solare, il ciclo mestruale e le infezioni delle vie respiratorie. In seguito a varicella nell'infanzia, il virus varicella-zooster rimane latente per molti anni e la forma ricorrente compare negli adulti (fuoco di S. Antonio) con lesioni cutanee locali disposte intorno alle terminazioni del nervo sensitivo da cui è riapparso il virus. Un'altra infezione in cui il virus persiste per lunghi periodi è la rosolia. I bambini infetti possono perdere per desquamazione il virus per uno o due anni ed essere quindi portatore sospetto di infezioni.
Per quanto concerne i VIRUS INFLUENZALI (virus a RNA, ad elevato tasso di mutazione genetica), l'OMS aggiorna ogni anno la composizione del vaccino, inserendo eventuali nuove varianti. Dalla stagione antinfluenzale 2017-2018, è disponibile il vaccino tetravalente che si adatta meglio alla evoluzione della situazione virologica, offrendo, quindi, una più ampia protezione.