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Fiorenzuola Today Fiorenzuola d'Arda / Piazza dei Caduti

«La libertà è un valore da difendere. Onoriamo i partigiani facendo rivivere i loro valori»

Celebrato il settantatreesimo anniversario dalla Liberazione. Il presidente dell'Anpi di FIorenzuola: «È fondamentale non lasciare che questa ondata di ritorno del fascismo riscriva la storia della nostra Repubblica. Non bisogna lasciar loro dettare l’agenda della politica»

L’intervento del professor Giancarlo Corada, presidente provinciale dell’Anpi di Cremona

«È importante che vi sia, anche approfittando delle ricorrenze, una trasmissione della memoria, nel modo meno celebrativo e retorico possibile. Attraverso lo studio e la conoscenza delle fonti oggi è possibile ricostruire ciò che accadde in quel periodo ed individuare il perché accadde, con buoni margini di obiettività. Usando un linguaggio di verità è possibile davvero creare una memoria comune, un comune sentire che dovrebbe essere capace di unire gran parte degli italiani, superando il cosiddetto revisionismo di questi ultimi anni». «Quali sono dunque i punti, oggi difficilmente confutabili, su cui si potrebbe costruire una memoria comune?» - si è chiesto Corada. «La Resistenza fu frutto di consistenti minoranze, fu momento di grande unità politica. La Resistenza rese donne e giovani protagonisti, fu portatrice di forti valori morali, di libertà, umanità, diritti. La Resistenza fu anche molto differenziata al proprio interno con gruppi estremisti così come decisi conservatori».

«La libertà è un valore da difendere, in ogni ambito. La Resistenza porta con se questo valore e il ricordo di quegli anni deve consegnarci una nuova consapevolezza nel difendere la nostra libertà che passa attraverso la difesa della democrazia. Quest’ultima la si difende difendendo le istituzioni dal terrorismo, credendo nelle regole della democrazia stessa. Ma la si difende anche vedendo e criticando la magagne del sistema, rilanciando per esempio l’idea di un’Europa unita e non burocratica, non spendacciona con politici e funzionari e tirchia con la povera gente».

«In passato si usava parlare di ‘Resistenza tradita’. Viene tradita quando una classe dirigente si dimostra non all’altezza di quei valori e di quei principi e porta il Paese al punto in cui è oggi: quando vengono difesi privilegi e disuguaglianze che sembrano intoccabili, quando corruzione ed evasione fiscale la fanno da padroni, quando il lavoro per i giovani non c’è ed è precario, quando i poveri sono milioni e le differenze sociali enormemente cresciute fanno dell’Italia uno dei Paesi europei con minore equità sociale. In tutti questi casi si tradisce la Resistenza che voleva un’Italia libera, pacifica, tollerante, ma anche onesta, giusta ed equilibrata. I partigiani non si sono rassegnati all’idea che non si potesse cambiare la situazione che per natura la società fosse così com’è. Il modo migliore per onorarli è impegnarsi a vivere nel presente i loro valori ed i loro ideali per costruire per tutti un futuro migliore».

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