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Contro il fotovoltaico a Cadeo presentato un ricorso al presidente della Repubblica

L’iniziativa del comitato: «Il territorio venga gestito come bene comune»

Il ricorso al presidente della Repubblica, contro la realizzazione dell’impianto fotovoltaico su terreno agricolo all'angolo tra via Fornace e la strada provinciale per Carpaneto, è stato promosso dal Comitato Parco agricolo Tre Torrenti e presentato dai cinque cittadini. Il Comitato stesso, oltre a Confagricoltura e a parecchi privati cittadini del Comune di Cadeo e aree limitrofe, hanno partecipato economicamente tramite crowdfunding, per rendere possibile il ricorso.

«Questa partecipazione dei cittadini – fa sapere il comitato - per la salvaguardia dell’ambiente che abitano esprime molto bene quanto specificato nel Codice Urbani (Dlgs 42/2004) (a cui si sta attualmente adeguando il Piano territoriale paesaggistico regionale (PTPR) della Regione Emilia Romagna) che definisce il paesaggio come “territorio espressivo di identità” e specifica che “la tutela del paesaggio” … “è volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime”. Il terreno agricolo è necessario per la produzione alimentare che è un’esigenza di tutti. Come l’energia, si potrebbe rispondere, ma l’energia si può fare sui tetti mentre per frumento, pomodori e patate è necessaria la terra. A questo proposito si ricorda che il Comitato, in collaborazione con l’Assessorato all’ambiente del Comune di Cadeo, ha organizzato un incontro con il prof. Setti – Università di Bologna - per attivare comunità solari ed energetiche al fine di incentivare l'istallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti».

«Peraltro è impossibile, oggi, non richiamare anche i cambiamenti introdotti dalla guerra Russia-Ucraina che ha determinato un enorme aumento dei prezzi di alcuni prodotti agricoli, del frumento in particolare, portando la sicurezza alimentare all’attenzione della politica italiana. Si stanno attualmente cercando soluzioni per destinare una maggior superficie di suolo agricolo alle coltivazioni più necessarie (Alessia Capasso, AgrifoodToday, 17 marzo 2022). Ricordiamo, però, che questo problema, evidenziato dalla situazione contingente, è da tempo motivo di preoccupazione in tutto il mondo agricolo. In Italia, la perdita di terreno agricolo, dovuta principalmente alla cementificazione, spesso ingiustificata, ma anche alla mancata manutenzione del territorio, al degrado e all'incuria, oltre che a usi inopportuni quali l’installazione a terra di pannelli fotovoltaici, ha portato, negli ultimi 25 anni, a una riduzione del 28% dei terreni coltivati. La Legge Regionale n. 24/ 21-12-2017 stabilisce la necessità di “contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile” e “assume l’obiettivo del consumo di suolo a saldo zero da raggiungere entro il 2050”. Il Ministro Cingolani, in un comunicato stampa del 14 ottobre 2021, anticipa l’obiettivo zero addirittura al 2030 (https://www.mite.gov.it/). Non solo, anche la Delibera Assembleare della Regione Emilia Romagna n. 28/2010 pone specifici limiti all’installazione di pannelli fotovoltaici al suolo su terreno agricolo. Non è possibile che i singoli problemi vengano “risolti” senza tenere in alcun conto la ripercussione che tali “soluzioni” possono avere su altri aspetti fondamentali del vivere comune, creando così ulteriori difficoltà in settori differenti: la produzione agricola e la tutela del paesaggio nel caso in esame. Il territorio dovrebbe essere gestito come bene comune, in modo coordinato e con la collaborazione e partecipazione di chi vi abita».

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