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«I terreni tra Corte e Fiorenzuola alle filiere territoriali». Girometta: «Logistica arrivata negli anni del Pd»

Un accordo tra le Giunte di Fiorenzuola e Corte porterebbe ad ampliamento di oltre 6mila metri quadri delle aree logistiche Barabasca e Careco. “Cambiamo Fiorenzuola” e “La Corte che Cambia” si oppongono alla decisione di destinare i terreni «unicamente alla logistica»

Un accordo tra le Giunte dei Comuni di Fiorenzuola e Cortemaggiore porterebbe ad ampliamento di oltre 6mila metri quadri delle aree logistiche Barabasca e Ca.Re.Co, con «un’unica fascia di capannoni lunga più di 4 chilometri lungo la strada provinciale 462R, a cavallo del Casello Autostradale». I gruppi politici “Cambiamo Fiorenzuola” e “La Corte che Cambia”, insieme al “Comitato Barabasca” sorto nei mesi scorsi contro l’insediamento della logistica del freddo “New Cold”, si oppongono alla decisione delle due Giunte di destinare i terreni «unicamente alla logistica non funzionale alle necessità delle filiere territoriali»,  «richiedendo con forza che questa ricchezza sia privilegio di attività produttive qualificanti per il territorio, con una elevata possibilità di occupazione lavorativa specializzata e con importanti sbocchi di indotto per tutta la comunità e il suo tessuto economico». Per “La Corte che cambia” «la logistica è un male quando è speculativa, fine a se stessa, non dedicata alle filiere produttive territoriali e soprattutto quando non associata ad attività lavorative di livello. Per questo chiediamo che prima di concedere spazi a chiunque ne faccia richiesta, il Comune debba valutare e condividere le proposte di terzi mettendo al primo posto il vantaggio per il territorio. Non si tratta di inseguire logiche partitiche, ma di saper valorizzare un territorio, che ha già dato tanto alla logistica; chiediamo ai cittadini di appoggiarci nella sfida che abbiamo di fronte, di non assecondare una politica che pensa solo ai benefici (pochi) a breve termine, senza considerare le pesanti ripercussioni che Cortemaggiore dovrà subire in termini di viabilità, vivibilità e sfruttamento del territorio».

Secondo il “Comitato Barabasca” si andrebbe incontro ad «un significativo incremento di traffico pesante che interesserà soprattutto i centri abitati di236330285_346991673826745_4270436564661359889_n-2 Cortemaggiore e San Pietro in Cerro, aggravando ulteriormente la congestione del traffico prevista sul nodo Fiorenzuolano. Si cambierà inoltre, per sempre, l’aspetto del nostro territorio, la sua vivibilità e la sua vocazione a territorio agricolo e manifatturiero capace di potenziare e rilanciare il valore storico, artistico ed architettonico della zona». Quella delle Giunte comunali di Fiorenzuola e Cortemaggiore è «una visione vecchio stile» e le Amministrazioni sono «incapaci di considerare gli impatti nemmeno sul proprio territorio ristretto e di governare l’utilizzo di un’area strategica per il futuro dei propri cittadini» - si legge in una nota. Tra le altre criticità «l’inquinamento ambientale ed acustico» e la «sproporzionalità» delle opere di compensazione sul territorio: «vengono previste due rotonde lungo la provinciale, l’immancabile pista ciclabile e qualche residuo di verde, che riteniamo vergognosi palliativi populistici»

Per gli esponenti del comitato «non si deve lasciare che venga sacrificata agli insediamenti logistici proprio quando iniziano ad aprirsi fronti di dissenso importanti sull’utilizzo del territorio nella nostra provincia». Nel frattempo, fa notare il gruppo politico “La Corte che Cambia”, «nell’ultimo Consiglio comunale utile si è deliberata la variazione di destinazione d’uso da commerciale a logistica per una ulteriore area di oltre 130mila metri quadri in prossimità del paese». Agostino Ghebbioni, rappresentante della lista civica noto per le posizioni critiche verso la gestione della logistica sull’asse Fiorenzuola – Cortemaggiore, non usa mezzi termini: «Questa delibera, più di ogni altra, segna la vergognosa fine di questa consiliatura, delineando di fatto la linea programmatica della prossima nelle idee del centro-destra. È un atto di concessione che fa da preludio alla grande operazione Barabasca-Careco». Per gli esponenti della lista «si chiudono cinque anni incolori, senza che sia stato realizzato niente di quanto promesso, ma nemmeno niente di quanto necessario, con una repentina sterzata verso la trasformazione del paese da piccolo gioiello della Bassa in crocevia di traffico pesante».

Fanno notare da “La Corte che cambia”, che invita anche i cittadini ad una visita nelle aree della logistica («un tuffo in un pezzo del nostro territorio fatto di incuria, erbacce, spazzatura abbandonata»): «La scelta è stata sostenuta anche dalla consigliera di minoranza Mutti, dimostrando già nei fatti quanto compatto si muova il fronte del centro-destra su questo tema che delineerà in modo irreversibile il futuro del nostro territorio. È indispensabile lavorare ad un progetto organico di sviluppo territoriale che, se sacrifica terreno prezioso per l’agricoltura, qualifica le aree con destinazione produttive legate alla vocazione agricola di trasformazione e manifatturiera, non prima di aver affrontato il degrado in cui versano le aree industriali attuali, con grandissimi spazi e capannoni in stato di abbandono, invenduti o sfitti e non riqualificati».

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