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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Picchia e minaccia la moglie con una mannaia, resta in carcere

Fiorenzuola, un bengalese di 53 anni. Davanti al giudice non risponde. La difesa: «Avviare un percorso di recupero dall’alcolismo»

Rimane in carcere il bengalese di 53 anni accusato di aver pestato, infredda all’alcol, la moglie e la figlia nella loro abitazione di Fiorenzuola. Il giudice per le indagini preliminari, Gianandrea Bussi, ha convalidato l’arresto e disposto al custodia cautelare in carcere. Impossibile concedere gli arresti domiciliari perché l’uomo, incensurato con un lavoro, non ha un luogo dove andare. Il difensore, l’avvocato Francesca Manfrinato, cercherà di farlo inserire in un progetto di recupero per alcolisti, già dal carcere. L’uomo, davanti giudice, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma si è detto pentito e costernato per ciò che aveva fatto.

Il bengalese era stato arrestato dai carabinieri la sera di Ferragosto dopo che aveva malmenato la moglie di 51 anni - ha riportato 25 giorni di prognosi - per futili motivi e per aver perso il controllo, perché ubriaco. A far le spese della sua violenza anche la figlia. Nella furia, l’uomo era finito contro una porta a vetri, ferendosi alla gamba e riportando una prognosi di 10 giorni.

A chiamare i carabinieri era stato un vicino di casa che aveva sentito le invocazioni di aiuto della donna, picchiata e minacciata di morte anche con una mannaia da cucina. Il sostituto procuratore Matteo Centini sta approfondendo la posizione dell’uomo, in relazione a un altro episodio di violenza, mai denunciato, che avrebbe coinvolto la moglie e la figlia nel maggio 2019.

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