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Teatro, Moni Ovadia al Verdi. «Confrontarsi con Pasolini non è semplice ma è importante»

Un concerto sul motivo per cui Pasolini amava profondamente Bach. E’ stata la voce di Moni Ovadia, attraverso musica e immagini, a raccontare al pubblico del teatro Verdi di Fiorenzuola, questa profonda ammirazione di Pier Paolo Pasolini nei confronti di Sebastian Bach

Un concerto sul motivo per cui Pasolini amava profondamente Bach. E’ stata la voce di Moni Ovadia, attraverso musica e immagini, a raccontare al pubblico del teatro Verdi di Fiorenzuola, questa profonda ammirazione di Pier Paolo Pasolini nei confronti di Sebastian Bach.

Si è aperta con lo spettacolo “Tra la carne e il cielo” la stagione teatrale 2015/2016. «Pasolini e Bach – ha detto Ovadia, attore, scrittore e drammaturgo italiano – erano due forze del passato, più moderni di ogni moderno».

Tre secoli li separano ma la musica è stata , ancora una volta, il canale di dialogo senza tempo tra due grandi uomini. «Ancora oggi nel 40° dalla morte – ha spiegato ancora Ovadia -, confrontarsi con Pier Paolo Pasolini, non è semplice, ma è importante. Molti ne parlano; pochi scelgono di avvicinarsi a viso scoperto ad un innamorato della tradizione ricordato come un modernizzatore, ad un amante dell’orma del sacro, spesso accusato di blasfemia».

Il percorso che il Verdi ha scelto di proporre è stato un sentiero di incontro e conoscenza dove ognuno possa trovare spunti di libera e personale riflessione. Un sentiero fuori dai tracciati usuali, più facili e rassicuranti, ma spesso disseminati di pregiudizi ideologici e moralistici, che poco rispettano sia l’essenza dei personaggi, nella loro umana complessità, sia l’intelligenza e l’irrinunciabile libertà di pensiero di ognuno di noi.

Memorie, lettere, poesie ed interviste di Pasolini, sono state quindi il fulcro del concerto, proposte da Ovadia, intersecate ai brani immortali di Bach. I testi sono stati scelti proprio attorno a questo tema: il conflitto tra carne e spirito che non solo nutre l’arte di Pasolini, ma è stato anche fonte di gioie e dolori della sua stessa vita.

Durante lo spettacolo è stata proiettata una rara serie di preziose immagini, tratte da alcuni set di film che sono stati definiti come le “vette della cinematografia pasoliniana”.

I brani sono stati eseguiti dal contralto Elisa Bonazzi, dall’orchestra da camera di Imola e da “Zero Vocal Ensamble”. Il direttore è stato Valentino Corvino.

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