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Buoni spesa del Comune, soltanto il 3,8% delle domande presentate è idoneo

Errori, ma anche tanti furbetti: numeri choc quelli presentati dall’assessore Sgorbati dopo l’interrogazione del Pd. Su 824 richieste per i buoni spesa, soltanto 32 sono ammissibili per i contributi

«Le furbizie sono particolarmente fastidiose e ci sono state soprattutto nella seconda tranche di buoni spesa, quella relativi al 2021». Così l’assessore ai servizi sociali Federica Sgorbati ha risposto a una interrogazione presentata dal Partito Democratico che chiedeva di rendicontare gli aiuti (i buoni spesa da 150 a 500 euro) che il Comune di Piacenza ha già dato alle famiglie maggiormente in difficoltà durante il lockdown della primavera 2020 e che sta organizzando in questo inizio 2021.

Dall’8 al 15 aprile 2020 venne data la possibilità di presentare domanda per i buoni spesa che consentivano di far fronte all’acquisto di beni primari. «Vennero presentate un anno fa – ha detto l’assessore - 2901 domande in sette giorni. I controlli possibili, in quella fase così complessa di lockdown, furono soltanto legati all’effettivo numero di componenti delle famiglie e sull’eventuale presentazione di più domande da parte dello stesso nucleo familiare».

Come andò nel 2020? «Su 1940 domande ammesse, 1748 vennero poi finanziate. Dopo l’erogazione dei contributi abbiamo effettuato un controllo su un campione del 10%: 95 domande sono risultate corrette, 60 sono state segnalate agli organi competenti perché evidenziavano delle incongruenze. Due buoni sono stati restituiti e sono in corso verifiche ulteriori su altri 19 casi».

E il bando per i buoni spesa del 2021? «Si è chiuso la scorsa settimana, l'ente ha a disposizione 450mila euro  ha evidenziato l’assessore Sgorbati – e in questo caso i controlli sono stati fatti prima dell’erogazione dei controlli neiFederica Sgorbati-8 confronti di tutte le domande».

Le domande sono risultate 824 domande, «molte meno rispetto a un anno fa, quando il bando fu aperto solo per una settimana, contro i trenta giorni di questa volta». I numeri sono però un pugno nello stomaco. «Ben 792 domande escluse e solo 32 ammissibili, ovvero hanno tutta la documentazione allegata corretta. Verranno fatti ulteriori controlli aggiuntivi su tutte queste richieste». Sicuramente un po’ di domande avranno difetti formali, altri errori in buona fede. Ma è inevitabile pensare che un numero così esteso sia il frutto anche di tanti furbetti che, nonostante la chiarezza del bando, hanno provato a intrufolarsi nel sistema di sussidi comunali.

Per poter presentare domanda occorreva avere un patrimonio mobiliare del nucleo familiare, desunto dall'Isee ordinario 2021 in corso di validità all'atto della presentazione della domanda, inferiore a 5mila euro; un Isee corrente 2021 inferiore a 7mila 500 euro; non beneficiare di rendite o sostegni pubblici (reddito di cittadinanza, Rei, Naspi, indennità di mobilità, Cig, altre forme di sostegno a livello locale o di altro Comune, regionali oStefano Cugini-26 nazionali) di importo pari o superiore a 500 euro mensili.

«Sono sconvolto, tutto ciò è allucinante – ha replicato ai numeri il capogruppo dem Stefano Cugini. Stiamo parlando del 3,88% di domande corrette. Meglio non avere erogato alcunché, perché abbiamo visto che poi è difficile recuperare queste risorse, come dimostrano i numeri della prima tranche».

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