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La visita

Croce Rossa a confronto con Donini per la nuova sede

L’assessore Regionale Raffaele Donini in visita presso l’attuale sede di Croce Rossa Piacenza

L’assessore Regionale Raffaele Donini, che ha la delega alle Politiche per la Salute, nel pomeriggio di giovedì 16 marzo ha visitato la Sede della Croce Rossa di Piacenza in viale Malta. L’assessore Donini ha incontrato il presidente provinciale Alessandro Guidotti, il coordinatore della Sede piacentina Michele Gorrini, la consigliera Rossana Vernizzi e la vice ispettrice regionale delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa sorella Giuliana Ceriati. Argomento cardine dell’incontro la nuova sede di cui ha bisogno il Comitato Cri di Piacenza. Lo scorso 16 dicembre era venuta in visita il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi, la quale si era presa l’impegno di lavorare, di concerto con l’Amministrazione Provinciale, con lo scopo di trovare una soluzione, aveva dichiarato: «Che a Croce Rossa di Piacenza serva una nuova sede è palese. Dobbiamo trovare una sede consona per un servizio così importante».

Oggi anche l’assessore regionale Donini si è preso a cuore la questione. «Sono qui per rimarcare la riconoscenza nei confronti dei tanti volontari e dei dipendenti della Croce Rossa di Piacenza che quotidianamente svolgono servizi per la collettività, sia in emergenza che per i trasporti di persone affette da disabilità, per le strutture sanitarie e per i nostri assistiti - ha detto l’assessore Raffaele Donini -. Certamente è importante il tema della sede, come contenitore capace di dare la migliore soluzione logistica ad una istituzione come quella della Croce Rossa di Piacenza, che progredisce e si rinnova anche grazie ai tanti giovani volontari. È fondamentale trovare una collocazione logistica adeguata. Ci lavoreremo per poter raggiungere questo obiettivo assieme, concorrendo ciascuno con le proprie responsabilità, facendo sì di dare una prospettiva di lungo corso a questa bellissima realtà».

L’assessore Donini, a margine dell’incontro, ha esaminato il tema della sanità della Regione Emilia-Romagna. «Il 70% degli accessi in Pronto Soccorso sono codici bianchi o verdi, quindi non inerenti a prestazioni tempo-dipendenti o legate a patologie rischio-vita. Ma rientrano nella fattispecie di fabbisogni che il cittadino necessita e pertanto devono essere gestiti e presi in carico in maniera più adeguata. Su questo fronte, stiamo pensando ad una riorganizzazione della nostra rete di emergenza-urgenza facendo in modo che questi bisogni di salute possano essere intercettati il più possibile sul territorio».

«La nostra Regione ha un patrimonio di energie e risorse in cui il volontariato è attivo su tanti settori. In particolare, parlando di quello che è a me più vicino, quello sanitario e sociosanitario, che affianca i nostri professionisti, a livello nazionale scontiamo una carenza di personale medico e infermieristico, questo anche per una programmazione inadeguata del passato, a livello di rete formativa, e stiamo cercando di porvi rimedio. In questi anni abbiamo assunto 18mila professionisti, 12mila quelli andati in pensione, ma nonostante questo, in alcuni ambiti (emergenza-urgenza, anestesia, ginecologia) ci sono carenze di personale che non riusciamo a reperire sul mercato del lavoro. Credo sia importante riprendere il filo della rete formativa, a partire dalle università, facendo in modo di crescere a livello di disponibilità del personale per il futuro».

Ultimo tema, le spese affrontate dalla Regione per sostenere il sistema sanitario a seguito della pandemia da Covid. «Abbiamo speso un miliardo di euro per sostenere le spese di contrasto alla pandemia e per la campagna vaccinale. E ben sappiamo quanto abbia colpito duramente il virus qui nel piacentino. Al momento lo Stato non ha rimborsato e io, a nome delle Regioni d’Italia, ho chiesto al Governo di porvi rimedio. Se il Fondo nazionale delle Finanze non si adeguasse a quello che è il livello minimo di disponibilità per erogare le prestazioni sanitarie e non ci venisse dato quanto abbiamo speso, il 2023 si presenterà come anno molto delicato per le finanze delle regioni».

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