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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Crolla l'edificio della Fondazione Camilleri: la burocrazia va per le lunghe, gli eventi atmosferici risolvono la pratica

Il pensiero di Carmelo Sciascia

In tutti i cinema d’Italia il 5, 6 e 7 novembre abbiamo assistito alla proiezione del film evento: “Conversazione su Tiresia”, di e con Andrea Camilleri. Oggi ho visto, al cinema Astor di Agrigento, lo spettacolo che lo scrittore aveva tenuto questa estate al teatro greco di Siracusa, a conclusione della programmazione di quest’anno. Il teatro siracusano è un luogo unico, il solo capace di  trasmetterci l’emozione di duemila anni e più di storia della cultura classica greca.  La proiezione di una rappresentazione su uno schermo cinematografico, non può darci le stesse emozioni.  Questo vale per qualsiasi opera teatrale, figuriamoci per la recita di un monologo contemporaneo. Nonostante tutto l’indiscussa l’abilità comunicativa di un personaggio quale il novantatreenne scrittore, trasforma lo schermo in una arena dove l’ironia  moderna ed il dramma antico riescono a fondersi. Il tema era Tiresia, una conversazione sull’indovino che ha attraversato tutta la letteratura, da Omero fino al novecento (Pavese, Levi, Pasolini). Lo spettacolo è stato un percorso di tutte le varie interpretazioni che del personaggio Tiresia si sono avute nel corso dei secoli, dai poeti latini a Dante, da Borges a Dürrenmatt. Camilleri in questo spettacolo non rappresenta il personaggio ma si immedesima in Tiresia, si identifica quasi con l’indovino perché come il personaggio greco è diventato cieco e la cecità a suo dire gli ha dato una maggiore capacità di capire la realtà,  una “maggiore chiarezza di pensiero”, lo ha avvicinato a capire meglio il senso ed il significato di “eternità”.

Tutti hanno appreso del maltempo in Sicilia in questi giorni di novembre. La pioggia persistente e violenta ha causato vittime e danni ingentissimi alle campagne ed alle costruzioni. A Porto Empedocle ha causato il crollo del tetto e di parte di mura perimetrali della casa della nonna materna di Camilleri. Quell’immobile doveva diventare la sede della Fondazione Camilleri. La casa, una bella e pregevole costruzione borghese, si trova nella parte alta del paese, e contrasta con le sconclusionate costruzioni moderne che bisogna attraversare per giungervi. In quella casa vi aveva fatto capolino lo stesso Pirandello, cugino di sua nonna, in alta uniforme, così ce lo descrive Camilleri: “pensai fosse un ammiraglio, perché li avevo visti gli ammiragli vestiti in alta uniforme, la feluca, la mantellina, lo spadino, tutti i cosi d’oro qui sul braccio, invece era la divisa di Accademico d’Italia ma io non lo sapevo”. Pirandello aveva la sua casa al Caos, prospiciente al mare, nella strada che da Porto Empedocle conduceva al Capoluogo. Doveva diventare la casa della nonna di Andrea la Fondazione Camilleri, un’operazione da tutti attesa, se non altro avrebbe dato un po’ di dignità ad un quartiere tormento da una edilizia aggressiva e devastante.

Sarà stata una coincidenza, ma non è da sottovalutare il verificarsi di eventi concomitanti come questi. Da una parte si assiste alla recita di Camilleri, contemporaneamente crolla la casa dei suoi nonni, la futura Fondazione. Se ne discute da qualche decennio, si sa, la burocrazia va per le lunghe, nel mentre gli eventi atmosferici risolvono “la pratica”. Così come certi burocrati che, lasciando sui loro tavoli cataste di carte, aspettano che l’iter si risolva da solo con il consenziente muto trascorrere del tempo. Ho assistito hai due eventi, rappresentazione e crollo, e vi ho assistito da testimone diretto, trovandomi da quelle parti.

La nuova superstrada che dovrà collegare Agrigento a Caltanissetta, da anni in dirittura d’arrivo non è stata ancora completata, è stata battezzata dall’ANAS (su suggerimento di Felice Cavallaro giornalista del Corriere della sera) la strada degli scrittori. Alcuni dei paesi che potranno usufruirne hanno dato i natali a scrittori quali i già citati Pirandello e Camilleri, Sciascia (Racalmuto) e Russello (Favara). In realtà una vera e propria “Fondazione Luigi Pirandello” non è mai esistita e credo non esista, nemmeno una Fondazione Russello a Favara, la Fondazione che doveva essere realizzata per Camilleri è crollata, quella di Leonardo Sciascia è diventata una sterile cattedrale nel deserto.  La strada degli scrittori è chiaro a questo punto che perde i pezzi.  Speriamo allora che la strada statale 640 che doveva essere completata nel 2017 ed ancora in lavorazione non perda pezzi come le Fondazioni degli scrittori cui la stessa strada è dedicata. Sarebbe il colmo, anche se non mi sentirei di escluderlo del tutto che terminata l’opera (si spera, secondo previsione e promesse l’anno prossimo) si dovesse ricominciare da capo a lavorarvi per imprevisti lesioni strutturali.

Se Atene piange Sparta non ride!

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