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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Dopo il collaudo della diga di Mignano si guarda al futuro. Bonaccini: «Traversa di Mirafiori opera strategica»

L'annuncio durante il convegno che si è svolto presso la diga di Mignano, in occasione della conclusione dei lavori di modifica e collaudo che consentiranno all’invaso di stoccare  1 milioni e mezzo di m 3 in più

«Questa opera – ha detto il sindaco Sidoli (presenti molti altri primi cittadini ed il Presidente della Provincia Rolleri) - è molto importante per la Valdarda; della sua utilità ci siamo resi conto tutti lo scorso anno, con la siccità che ha creato molti problemi. Questo ci ha insegnato a non contrapporre le esigenze del cittadini e quelle della campagna, con le istituzioni che devono collaborare e dialogare tra loro». Sidoli ha infine auspicato un progetto di interconnessione tra acqua del Po (da utilizzare per tutti i territori a valle) e quella della diga. «La fase di collaudo ha creato qualche preoccupazione nei sindaci, ma grazie al coordinamento della Prefettura, svolto in maniera efficace dal prefetto Maurizio Falco, è andato tutto bene». Il Prefetto Falco ha sottolineato «l’importanza di riuscire a fare sistema tra istituzioni, nell’interesse del territorio e della sua sicurezza”, mentre Vincenzo Chieppa, dirigente del Ministero delle Infrastrutture, ha sottolineato “quanto sia importante la sinergia tra enti, in questo caso Regione e Consorzi, sopratutto quelli attivi come il Consorzio di Bonifica di Piacenza. L’Italia è penalizzata da una governance troppo parcellizzata della risorsa idrica; per questo l’opera del Consorzio è importante perché la rende fruibile senza grandi opere».

«L’ultima diga costruita in Italia è quella in corso di realizzazione in Sardegna – ha detto Ezio Baldovin, consigliere del comitato italiano della Grandi Dighe – progettata negli anni ’80. Si utilizza una tecnica all’avanguardia con calcestruzzo rullato. Subiamo una stasi in queste settore sia in Italia che in Europa, dopo aver formato gli ingegneri che ora costruiscono in tutto il mondo». Marco Trevisan, presidente della facoltà di scienze agrarie della Cattolica di Piacenza, ha sottolineato «come questo invaso dimostri l’importanza di stoccare l’acqua, a maggior ragione alla luce di ultimi eventi atmosferici che hanno colpito anche il territorio di Piacenza». L’architetto Marco Mareggi, urbanista e docente del politecnico di Piacenza, ha parlato delle «nuove sfide che si trovano ad affrontare i progettisti, ossia lavorare sull’esistente. Se da un lato questo può sembrare meno coinvolgente, in realtà consente, come è accaduto qui a Mignano, di dare nuova vita a luoghi già vissuti. Con l’auspicio che questo diventi un lago da vivere». Infine il paleontologo Gianluca Rainieri della riserva del parco dello Stirone ha ricordato il ritrovamento, nel 1934, di uno scheletro di balena in zona: «Il nostro è un territorio che ha peculiarità da valorizzare; questo impianto ci ha fatto scoprire come il vero dramma possa essere non una diga che si innalza, ma una diga che si abbassa, come è accaduto per la siccità lo scorso anno».

La diga di Mignano guarda al futuro ©Leonardo Trespidi/ilPiacenza

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