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Educazione alla pace, concluso l’incontro di Europe for Peace Piacenza

Si è svolto presso la Magnana, il 23 giugno, l’incontro seminariale organizzato da Europe for peace Piacenza

Si è svolto presso la Magnana, il 23 giugno, l’incontro seminariale organizzato da Europe for peace-Piacenza col titolo: ”Educare alla pace per ottenere pace e giustizia. Quali strumenti?”. Gli interventi di ottimo livello e spessore teorico e ricchi di spunti e proposte concrete, sono stati tenuti da Pasquale Pugliese del Movimento Nonviolento, e Guido Diemmi del Servizio missione e pace della Comunità Giovanni XXIII, col coordinamento di Roberto Lovattini. «Se vuoi la pace prepara la pace» è il motto ispirato al pensiero della nonviolenza che ribalta la logica del detto latino «Se vuoi la pace prepara la guerra», e che ha fatto da filo conduttore ai tanti aspetti trattati nell’incontro.

«Siamo purtroppo in un tempo nel quale non solo la guerra è tornata perfino in Europa, ma il bellicismo, ossia l’ideologia della guerra, ha assunto un’inedita centralità nel panorama mediatico e politico lasciando poco spazio a una visione alternativa come quella del pensiero nonviolento che guarda alla complessità delle situazioni, si pone al di fuori della semplice opposizione “amico/nemico” e si basa sulla prevenzione delle guerre guardando ai conflitti e alle loro cause», spiega Pasquale Pugliese. «Il pensiero nonviolento denuncia il sistema economico che ha insita la violenza strutturale e culturale, che ha aumentato le spese militari che hanno raggiunto il massimo nel mondo, secondo dati ufficiali, toccando 6 miliardi di dollari al giorno (2.240 in un anno), mentre l’Onu spende in un intero anno per motivi umanitari solo 3 miliardi», prosegue Pugliese. Lo stesso Pugliese ha poi toccato tanti aspetti del pensiero della nonviolenza richiamandosi ai grandi maestri del '900 come Gandhi, Mandela, Galtung che «dovrebbero essere conosciuti e approfonditi per una vera educazione alla nonviolenza, così come i tanti conflitti sfociati in lotte e forme di resistenza civile nonviolenta che hanno avuto successo. Mentre quasi sempre lo studio della storia nelle scuole dà spazio soprattutto alle guerre in modo poco critico e mnemonico», conclude Pugliese.

«Per costruire la pace bisogna educare alla pace nelle scuole e nelle relazioni interpersonali. Molto importante sarebbe quindi l’istituzione di un Ministero della Pace che si occupi, oltre che di educazione, anche della formazione dei Corpi civili di pace, di cui sono un esempio concreto le missioni realizzate da anni nei luoghi di conflitto da “Operazione colomba”», ha spiegato Guido Diemmi.

Si è anche ricordato come già una classe piacentina nel 2006 avesse avanzato la proposta di istituire il Ministero della Pace. Numerose anche le recenti carovane della pace in Ucraina che hanno portato aiuti umanitari e solidarietà. In sinergia con la proposta di un Ministero per la pace è stata anche richiamata la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta e l’educazione alla pace che verrà rilanciata con una nuova raccolta di firme che prevede l’obbligo di discussione in Parlamento. A livello locale è stata infine sottolineata l’importanza di avere un assessorato alla pace che «in collaborazione con associazioni e cittadini contribuisca in vari modi a educare alla nonviolenza. Ma sull’esempio di quanto avvenuto a Parma è fondamentale che l’istituzione di un simile Ministero sia ancorato a contenuti e impegni precisi, per impedire che la creazione di un simile assessorato diventi solo un atto formale o propagandistico».

L’incontro si è poi arricchito con i contributi e le riflessioni dei partecipanti che sono stati invitati al dialogo coi relatori e ad avere un ruolo attivo nella logica della nonviolenza.

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