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La relazione

«La Cattolica è profondamente radicata nel suo territorio e nella sua storia»

Il rettore Franco Anelli al Dies Academicus: «Oggi abbiamo 3500 studenti»

«La sede piacentina dell’Università Cattolica - ha esordito il rettore Franco Anelli nel suo discorso in occasione del Dies Academicus - è un esempio, importante e ben riuscito, di interrelazione tra un’istituzione di elaborazione di conoscenze e formazione e la comunità di riferimento. Questo tratto fu impresso fin dall’origine: il primo nucleo di un campus oggi articolato e pluridisciplinare, nasce proprio come sintesi tra il progetto educativo del nostro Ateneo e la vocazione economico-produttiva di questo territorio. Oggi gli studenti della sede sono oltre 3.500 e, quanto all’efficacia della ricerca e della terza missione, che nel corso del 2023, le pubblicazioni scientifiche, molte delle quali apparse su prestigiose riviste internazionali, sono state 415; nello stesso anno la sede piacentina ha ottenuto finanziamenti per quasi trenta milioni di euro, di cui la gran parte da enti nazionali e interazionali e in misura significativa derivanti da consulenze esterne.

Una realtà in crescita, che si basa sulla forte sinergia tra due campus, tra i centri di ricerca, i docenti, gli studenti e il personale. Se, quindi, creare relazioni sinergiche va oltre la mera combinatoria di attività che rimangono eterogenee e non comunicanti, poter contare sulle competenze delle Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Economia e Giurisprudenza, Scienza della Formazione e, nel campus Cremonese, Psicologia, rappresenta un unicum sul quale dobbiamo continuare a investire nella maniera più convinta possibile. Nel preparare questo discorso ho cercato a lungo un aggettivo che potesse rendere conto di questa realtà in maniera sintetica e icastica, che restituisse, cioè, l’idea di un Ateneo che è profondamente radicato nel suo territorio e nella sua storia ma che è, al contempo, allineato alla frontiera più avanzata della ricerca e impegnato nell’assicurare ai propri studenti l’opportunità di una formazione di respiro internazionale. Mi sembra che la cifra teorica ed esistenziale che coglie meglio tutto questo sia l’idea di concretezza cui sono associate, istintivamente, onestà, schiettezza, senso pratico. Il capitale di conoscenza accumulato nel tempo in questa sede dell’Università Cattolica e il contributo, sotto molti profili, alla crescita del territorio si sono tradotti nello stimolo ad allargare l’orizzonte dell’impegno della sede ad altre materie e Facoltà, che hanno conservato nel loro sviluppo una spiccata attenzione ai bisogni locali e, insieme, alla necessaria proiezione internazionale, sempre in chiave pluridisciplinare: a esempio cito l’originale esperienza del dottorato Agrisystem. In questa prospettiva sono di ispirazione gli esempi come quello del nostro ospite Brunello Cucinelli. È indubbio che la concretezza di cui ho parlato diffusamente trovi un’alta espressione nel quotidiano lavoro della sua azienda. Cucinelli fa anche di più: infatti, non produce solo capi apprezzati in tutto il mondo, ma, grazie alla sua particolare sensibilità, riesce a legarli a un contesto di senso, che trova il suo centro propulsore in quell’umanesimo cui ho fatto cenno».

Il rettore ha poi dettagliatamente ringraziato, ormai al termine del suo mandato, tutti coloro che, a vario titolo, hanno concorso a far crescere questa Università, «che deve pensarsi sempre di più come un luogo di costruzione del senso profondo delle cose. Di cose che sono pesanti, perché contano per le persone e per la qualità della loro vita. L’università, soprattutto in una sede come questa, deve costituirsi come una comunità che prepara alla vita. Una vita autentica, questo è l’augurio dell’Università Cattolica per tutti noi».

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