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Parla un piacentino all'estero

L'ex ingegnere della Ferrari: «Vorrei rientrare a Piacenza ma le offerte non sono all’altezza della professionalità»

Nel mondo del lavoro domanda e offerta spesso non s’incontrano. Le aziende piacentine non trovano 821 addetti? Parla l’ingegnere Paolo Gazzola: «Rivedere le politiche retributive ed iniziare a premiare la competenza, tanti tornerebbero a casa»

Domanda e offerta, nel mondo del lavoro, in molti casi non sembrano incontrarsi. Non solo quando si parla delle occupazioni più usuranti, fisici, a contatto con il pubblico, come possono essere quelle del settore agricolo, della ristorazione (già al centro di numerose inchieste giornalistiche e approfondimenti), ma anche ruoli professionali più tecnici, manageriali e apicali. Ogni qual volta si tocca il tema dell’occupazione, delle offerte degli imprenditori e delle aspirazioni degli aspiranti, il dibattito si accende.

La questione è delicata. Molte aziende e attività piacentine non trovano - per una serie di ragioni - le figure richieste. La Camera di Commercio locale, incrociando e analizzando una serie di dati, ha segnalato che, a dicembre di quest’anno, le aziende piacentine non avrebbero trovato 821 lavoratori in diversi settori. Non li trova per mancanza di disponibilità, esperienza, requisiti. Ma c’è anche l’altro della medaglia alla quale dare voce. Molte persone rinunciano ad una occupazione (o rimangono in quella precedente) perché le condizioni (soprattutto economiche) non sono sufficienti. Soprattutto in un momento storico di inflazione e costo della vita sempre più caro.   

Tra i tanti commenti arrivati, tramite i social e alla nostra casella e-mail, ne spicca uno, che arriva dall’estero. Paolo Gazzola, ingegnere piacentino di 50 anni (originario di Rivergaro) che, dal 2008, vive e lavora lontano dall’Italia. «Da parecchio tempo - spiega Gazzola alla nostra redazione - sto provando a rientrare a Piacenza, ma senza successo. Quando le aziende vedono il mio curriculum (25 anni di esperienza, di cui 9 in Formula 1, sei lingue, due lauree, motivato a tornare a Piacenza...) mi chiamano immediatamente per un colloquio. Purtroppo, ci si scontra sempre sul solito punto: lo stipendio. "A noi piace il suo profilo, ha esperienza, competenza... Però, non possiamo offrirle più di..." e segue una cifra che qui in Germania viene offerta ad un neolaureato».

Quello che si sente dire Gazzola capita anche a professionisti più giovani di lui, che dopo alcune esperienze professionali all’estero, vorrebbero tornare a casa, magari per mettere su famiglia, riavvicinarsi ai familiari e agli amici.

«Quando provo a replicare - prosegue Gazzola - che, insomma, per un profilo con più di 20 anni di  esperienza internazionale, laurea e master, forse quel trattamento economico andrebbe rivisto verso l'alto, la risposta è immancabilmente: "Ma questo, qui da noi, è già un ottimo stipendio. Più di questo non possiamo offrire"». «Purtroppo, molte aziende che si lamentano di non trovare personale qualificato, offrono poi pacchetti retributivi assolutamente non in linea con le professionalità che cercano. Ovviamente le eccezioni esistono, ma sono appunto eccezioni».

«Per questo, e non per altro - conclude l’ingegnere piacentino che ha lavorato anche in Formula 1 - molte aziende non trovano personale. Lamentarsi sui media o sui social, incolpando la scarsa motivazione o gli ammortizzatori sociali, non risolverà nulla. Rivedere le politiche retributive ed iniziare a premiare quella competenza e quell'esperienza che cercano, forse qualcosa farebbe».

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