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Sicurezza

«Nessun sovraffollamento alle Novate, ma serve una struttura per psichiatrici». In arrivo un milione di euro per l'efficienza energetica

Il sottosegretario Andrea Delmastro delle Vedove in visita al carcere piacentino insieme al parlamentare Tommaso Foti. Poi l'incontro con i sindacati della Polizia penitenziaria

A Piacenza non c'è un problema di sovraffollamento nel carcere, ma il personale di polizia penitenziaria chiede a gran voce la creazione di una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) necessaria per gestire i detenuti con problemi psichiatrici. Intanto però la casa circondariale delle Novate vedrà una profonda ristrutturazione per l'efficientamento energetico della struttura, con un investimento da un milione di euro.

È quanto emerso durante la visita del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove nel penitenziario delle Novate la mattina di lunedì 20 marzo. Insieme a lui anche il parlamentare piacentino Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia.

«Fortunatamente il carcere di Piacenza non soffre del sovraffollamento carcerario che è una delle piaghe del sistema carcerario italiano - ha sottolineato Delmastro al termine della visita - vi sono però purtroppo carenze di organico alle quali abbiamo già dato una risposta nella prima finanziaria, prevedendo mille extra assunzioni per gli uomini e la donne della polizia penitenziaria, oltre a corsi di formazione per 5mila agenti nei prossimi anni. Oggi il vero problema del centrodestra, che sta rafforzando sicurezza ordine e legalità negli istituti penitenziari con nuove assunzioni, sono le strutture fisiche dove formare: abbiamo più agenti da formare che strutture fisiche in grado di accogliere questa missione».

Parlando del problema dei suicidi in carcere, il sottosegretario ha sottolineato come  «il sovraffollamento sia "invisibilizzante", cioè in grado di nascondere altri problemi che affliggono il trattamento con pene umane e non degradanti. Sono convinto che per un trattamento degno di questo nome dobbiamo avere il pieno organico della polizia penitenziaria. Il trattamento corretto lo fai bene solo se hai il pieno organico, solo così si contrastano i disagi all'interno dei circuiti detentivi». 

Di recente il sottosegretario della Lega Andrea Ostellari ha parlato di un bonus per le imprese che assumono i detenuti. Delmastro spiega che si tratta di una proposta «da vagliare con attenzione, anche se prima di tutto - dice - io penso agli italiani che cercano lavoro ma che però non hanno mai commesso reati. Abbiamo anche un'altra proposta in campo per contenete il sovraffollamento delle carceri, che è quella di consentire ai detenuti tossicodipendenti di espiare la pena in comunità terapeutiche protette chiuse, stile Muccioli, per le quali abbiamo ormai affinato la proposta legislativa e ne parleremo con il terzo settore: pensiamo possa essere un grande volano di lavoro, riconoscendo anche un'occasione di impresa e di ricchezza. La vera rieducazione è permettere a questi detenuti di disintossicarsi, e così conteniamo anche il sovraffollamento». 

«D'altronde - aggiunge - il lavoro in carcere funziona, e come sempre è la prima forma di rieducazione: credo poco a quelle rieducazioni fatte di studi teorici, credo invece avvenga per il tramite del lavoro, non certo con il reddito di cittadinanza». 

Durante la sua visita il sottosegretario ha incontrato anche i sindacati della Polizia penitenziaria: «nelle loro richieste hanno fatto emergere i problemi che sono ovunque come quello della mancanza di direttori in alcuni istituti, ma non è il caso di Piacenza. Hanno rappresentato anche il problema della mancanza dei protocolli, come quando vi furono le tremende rivolte del marzo 2020 quando il personale della Polizia penitenziaria entrava per riportare l'ordine ma non sapevano fin dove si potevano spingere. Ora sono in via di definizione i protocolli per gli eventi critici per media e alta sicurezza. Stiamo pensando a un gruppo di pronto intervento, come esiste già in Francia, hanno anche un negoziatore con dotazioni e formazione specifica. Questo modello ha abbattuto le rivolte perché si sa che c'è la risposta immediata dello Stato. Riguardo alle dotazioni, abbiamo già ordinato migliaia di scudi anti sommossa, caschi, kit e guanti anti taglio, stiamo finalmente dando la dotazione alla polizia penitenziaria per non sentirsi più figli di un dio minore».  

Tommaso Foti ha definito positiva la visita al carcere piacentino confermando che «quel sovraffollamento degli anni precedenti, anche a causa del Covid, oggi è rientrato in una questione fisiologica. Quella di Piacenza è una struttura che oggettivamente per personale e popolazione di detenuti è equilibrata. E a breve ci sarà un importante progetto intervento di efficientamento energetico per un milione di euro».

Gennaro Narducci, che insieme a Donato Lenoci ha partecipato come delegazione del sindacato Uspp, ha messo sul tavolo il difficile problema della gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche, auspicando anche a Piacenza la creazione di una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), nella quale i detenuti problematici sono seguiti costantemente da personale sanitario specializzato. In Emilia-Romagna ce ne sono tre: a Parma, Reggio Emilia e a Bologna. «Abbiamo chiesto a Delmastro e Foti - spiega Narducci a margine dell'incontro - di valutare anche a Piacenza la creazione di un nuova Rems, visto che alle Novate abbiamo un reparto con detenuti psichiatrici di difficile gestione. Abbiamo evidenziato che il personale non ha la formazione per contrastare questi detenuti violenti e facinorosi. Serve almeno un piano di formazione per il personale, e la possibilità di avere sanitari a disposizione per tutto il giorno, perché i detenuti con queste problematiche gravi non possono stare in strutture penitenziarie».

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