rotate-mobile
Attività di famiglia / Farini

Il trasloco al passo della Cappelletta per riaprire lo storico albergo: «Ci piace questa vita genuina»

Una famiglia di nove persone da Arese rivitalizza il passo della Cappelletta. Da qualche settimana hanno aperto il bar, in attesa del ritorno dell'albergo: «Ci siamo creati una piccola comunità dove poter vivere tutti insieme»

Un’intera famiglia di nove persone ha lasciato Arese - città metropolitana di Milano - per aprire un’attività al passo della Cappelletta, mille metri d’altitudine sopra Farini, dove d’inverno risiedono zero abitanti. Matteo con la compagna Luana, Linda con il marito Alberto Dezio e figli di 7 e 4 anni. Matteo e Linda Casadei sono fratelli: li hanno seguiti in questa avventura anche i genitori Enzo e Grazia. E anche la mamma di Alberto, Marisa, vive con loro sei mesi all’anno.

DALLA CITTA’ AL BAR (CHE TORNERA’ A ESSERE UN ALBERGO)

Matteo è stato il primo a sentirsi un po’ stretto nei panni del “cittadino”, oltre dieci anni fa. «I miei genitori - racconta - andavano in Valtrebbia in villeggiatura. Cercavo qualche terreno dove costruire una casa: dopo aver girato i territori di Bergamo, Como, Lecco, ho scelto Pradovera». Nel 2017 ha terminato l’abitazione, costruita insieme al padre: entrambi erano nel campo dell’edilizia. In teoria era una “seconda casa”, poi è diventata la prima.

La sorella Linda, con Alberto, ha messo su famiglia e, pian piano, si è innamorata della realtà. «Avevamo perso un po’ di qualità di vita nelle giornate frenetiche di città. Invece dove c’è meno, quel meno viene valorizzato dalle persone. Vale in montagna, in collina e anche in campagna», riflette Alberto.

La pandemia ha influito nel cambio di vita della famiglia. Alberto, impiegato in Mondadori, lavorava in smart working. Stessa cosa per Linda (impiegata in un’azienda di materie plastiche), che ha sofferto un po’ la situazione. Terminata l’emergenza, non volevano tornare all’esistenza di prima.  

Nell’estate 2020 conoscono i vecchi proprietari dell’albergo, la famiglia Guglielmetti. Prima acquistano alcuni terreni verso Coli per piantare nocciola e lavanda. Poi decidono di prendere, nell’aprile 2022, l’albergo. «Cercavamo una casa dove poter stare tutti - fa sapere Linda, che ha un’esperienza di barista - e volevamo un nuovo progetto di vita. Ci siamo creati una piccola comunità dove poter vivere tutti insieme, questo posto si prestava al caso nostro». Così Matteo e Luana vivono nella vicina Pradovera, il resto della famiglia nell’albergo.

Dopo un anno di lavori e preparazioni, il 2 giugno scorso l’inaugurazione dell’attività di bar, in attesa del resto. Ogni familiare mette qui la sua esperienza. Matteo e il padre curano le ristrutturazioni, Linda il bar, Alberto la parte agricola. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione, in futuro, due appartamenti e cinque camere da letto per i clienti.

I figli di Alberto e Linda studiano a casa: è la cosiddetta educazione parentale. «Crediamo in questo tipo di educazione, senza voti e meriti, che rispetta i tempi di crescita dei bambini. Ci sono 20 famiglie in Valtrebbia e Valnure come noi, ci teniamo in contatto».

Da queste parti, durante la settimana, passano gli abitanti di Pradovera che vanno o tornano da lavoro e qualcuno da Mareto. «Ci è piaciuta l’idea - spiega Linda - di ridare un servizio. Chi vive in zona ci sostiene, passando, bevendo un caffè, venendo a giocare a carte». Inizialmente lei era scettica. «La prima volta che mio fratello mi ha fatto vedere la zona ho detto: “Dove cavolo ha preso la casa?”. D'altronde mi aveva fatto percorrere la strada Aglio-Perino, non è stato il massimo come battesimo. Così come oggi è difficile spiegare a chi ci conosce ad Arese che abbiamo lasciato la città per un posto in mezzo agli Appennini, non in Trentino. Ma la pace, il silenzio, la tranquillità sono proprio le cose belle di luoghi del genere, cose difficilmente spiegabili». Linda ha iniziato ad apprezzare durante una vacanza di tre settimane, ospite del fratello. «Furono tre settimane di assoluto riposo e relax, nessuna vacanza mi aveva dato così tanto».

«CI PIACE LA GENUINITA’ DI QUESTA VITA»

«Ci siamo trovati - precisa Alberto - in una realtà molto diversa rispetto a quella al quale eravamo abituati. Ho toccato con mano l’accoglienza delle persone, che vogliono condividere con noi le loro storie, i loro mestieri, come gli agricoltori e allevatori della zona, che aprono le porte delle aziende per i nostri figli». «Per molte persone di città questa sarebbe “povertà”: chi ha apertura mentale, invece, capisce di trovarsi di fronte alla “genuinità”. A Cappelletta non abbiamo comodità, agi e “balocchi” vari, però intorno a noi vivono persone semplici che rendono la vita più divertente e genuina».

Al momento attuale, quindi, nessun ripensamento: «Siamo felici», scandisce sorridendo Linda. Il bar è aperto tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 8 alle 22: «In autunno vedremo quando tenerlo aperto, in base alla richiesta». Ovviamente l'obiettivo è di far tornare in vita l'albergo. 

In questi primi giorni di apertura del bar cosa vi hanno detto i clienti? «Proprio stamattina - segnala Linda - sono passati due visitatori di Milano. Abbiamo raccontato un po’ della nostra storia. “Bello sognare”, ha liquidato la questione uno dei due. Io invece penso che se non si mette il coraggio nelle cose e non si compie “il passo” decisivo, non contano niente i sogni». E “Il Passo” (della Cappelletta) è proprio il nome dell’attività di questa nuova famiglia farinese. 

bar Cappelletta-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il trasloco al passo della Cappelletta per riaprire lo storico albergo: «Ci piace questa vita genuina»

IlPiacenza è in caricamento