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Venerdì, 26 Aprile 2024
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«Siamo in ritardo, non si può perdere altro tempo sulla vaccinazione del personale scolastico»

I sindacati: «Il virus non aspetta, la scuola deve tornare in sicurezza e in presenza»

«Nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna ha garantito a tutto il personale scolastico che dal 22 febbraio sarebbe stato possibile contattare il proprio medico di base per prenotare la somministrazione del vaccino e che entro la fine di marzo detto personale avrà la possibilità di essere vaccinato. Ad oggi, mentre aumentano i comuni in cui la regione sta chiudendo le scuole (obbligando le stesse a passare alla didattica a distanza) per il preoccupante incremento della diffusione delle nuove varianti del virus, stiamo assistendo a diverse criticità organizzative che rallentano la somministrazione del vaccino e relegano l’Emilia-Romagna tra le ultime regioni per percentuale di personale scolastico vaccinato a livello nazionale.

Dalle parole bisogna passare ai fatti. Se le attività didattiche in presenza - per la gran parte dei segmenti scolastici – dopo un anno dal primo lockdown sono state sospese per ragioni sanitarie, perpetuando ulteriormente il disagio e il sacrificio che studenti, famiglie, operatori scolastici affrontano da oltre un anno, occorre porci una domanda. È stato fatto quanto possibile per garantire la scuola in presenza e la sicurezza dei luoghi di lavoro? La risposta è chiara: no.

Ora non si perda altro tempo. Queste settimane devono servire per imprimere una accelerazione al piano vaccinale rivolto al personale dei settori della conoscenza, rafforzando e supportando la modalità organizzativa della somministrazione, per ora affidata ai soli medici di medicina generale. Occorre altresì prevedere e garantire che tutto il personale over 65, i lavoratori “fragili”, tutti coloro che a vario titolo operano all’interno delle scuole rientrino, fin da subito, senza distinzione nel piano vaccinale programmato dalla regione. Nessuno deve restare escluso.

Il virus non aspetta e la scuola ha l’urgenza di poter tornare stabilmente e in sicurezza ad una didattica in presenza. Queste misure certamente non bastano: serve una revisione immediata del protocollo sulla sicurezza, l’abbassamento del numero di alunni per classe, l’investimento sugli organici, la stabilizzazione del personale. Se la scuola è la priorità per il Paese, la politica faccia la propria parte».

Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda

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