Social, i piacentini premiano Whatsapp. «Pubblicità? Quella generalista sarà sempre meno efficace»
I dati che emergono dall’indagine “Social media e digital trends 2023”, condotta dalla società Blacklemon. Nella nostra provincia 287mila abitanti: l’86% ha un accesso a internet
Piacenza e provincia, una popolazione di circa 287mila abitanti. Di questi l’86% ha un accesso a internet, ovvero in 246.895. Sono 209.750 i profili social attivi e a farla da padrone, tra i piacentini, è Whastapp con 183.027 utenti attivi, seguito da Facebook (157.957 utenti attivi) e Instagram (148.582 utenti attivi).
Sono i dati che emergono dall’indagine “Social media e digital trends 2023”, dedicata ai social media e alle tendenze digitali, con focus specifico sul territorio piacentino, e condotta dalla società Blacklemon. L’amministratore delegato Nicola Bellotti l’ha presentata, nel pomeriggio di martedì 21 marzo, nella sede di Confindustria Piacenza, affiancato da Francesco Rolleri e Luca Groppi, rispettivamente presidente direttore dell’associazione di categoria. Sono stati illustrati e commentati i punti salienti dell’indagine che fotografa il cambiamento delle abitudini tecnologiche dei cittadini piacentini, confrontandoli con i dati di altre province lombarde (Milano, Monza-Brianza, Lodi, Pavia) ed emiliano-romagnole (Parma e Reggio-Emilia). Tra le variabili analizzate anche il numero di utenti attivi nei social più popolari, così come l’audience e il pubblico potenziale per le singole piattaforme e le tendenze previste per il 2023.
Ad esempio, nella nostra provincia, 181.000 persone acquistano regolarmente prodotti online (il dato si riferisce solo agli acquisti di beni di consumo), con 208 milioni di spesa annua stimata. In 63.120 ordinano abitualmente cibo online (il dato si riferisce prevalentemente all’area urbana dove sono disponibili i servizi), con 4,855 milioni di euro di spesa annua stimata per food delivery. Sempre guardando a Piacenza e provincia, sono 104.000 le persone usano abitualmente dispositivi e servizi digitali legati alla salute (il dato si riferisce a device per la salute, app per la salute, farmaci da banco acquistati online. Non si considera il fitness), con 5,8 milioni di euro di spesa annua stimata per e-health. In 78.200 usano abitualmente dispositivi (es. biosensori), app e servizi digitali per fitness e benessere (si considerano ad esempio app per il controllo del peso, nutrizione, meditazione e mindfulness, ecc), con 4,8 milioni di spesa annua stimata per digital fitness.
Guardando a livello nazionale, su una popolazione di 59,11 milioni in 50,78 milioni hanno accesso ad internet. Di queste, 43,9 milioni (il 75%della popolazione italiana) hanno un accesso a internet e 78,19 milioni sono le utenze cellulari attive (non solo smartphone). Piacenza segue il trend del Paese dove in vetta alla classifica delle piattaforme social utilizzate resta Whatsapp (33,6 milioni di utenti attivi), seguito da Facebool (29 milioni), Instagram (27,3 milioni), Messenger (18,9 milioni), Telegram (17,4 milioni) e, al sesto posto, il social in voga tra i più giovani: Tiktok (14 milioni).
Restando in ottica nazionale, è pari a 9,41 miliardi la spesa totale in pubblicità, con un sorpasso dell’advertising digitale su quello tradizionale. Gli investimenti nella pubblicità digitale sono pari a 5,59 miliardi (con 2,12 miliardi sui social media). La spesa sui mezzi tradizionali (giornali cartacei, televisioni, radio, ecc.) è pari a 3,82 miliardi.
Ha spiegato Bellotti: «Chi vuole essere rilevante, in qualsiasi ambito, deve abbandonare il modello ormai obsoleto che vede i propri destinatari come meri “clienti” a cui vendere qualcosa, e puntare a sviluppare nuovi modelli che prendano in considerazione la persona a 360°, la sua vita, il contesto sociale in cui si muove e le diramazioni globali. È lecito domandarsi se nel 2023 si possa ancora dire che “i mercati sono conversazioni”. Le persone chiedono a gran voce che aziende, politici e decisori si rivolgano a loro con onestà. Per prendere decisioni, i consumatori così come gli elettori non si affidano più solo alle recensioni e ai feedback, perché ormai si fidano solo di sé stessi. Nel buio dei dubbi, dell’instabilità e dell’incoerenza, sono pronti ad agire nel proprio interesse, certi che se non ci penseranno loro, non lo farà nessun altro».
Da qui, alcune considerazioni sulle prospettive del 2023. «Per parlare alle persone con onestà, serve una comunicazione che punti tutto sull’autenticità, l’unico strumento in grado di contrastare il cinismo e la crescente diffidenza verso qualsiasi proposta affidata ai mass media. La pubblicità generalista, vissuta come un’interruzione, proposta in modo martellante sui media tradizionali, sarà sempre meno efficace. Il successo degli influencer sui social media e di certi youtuber ci ha insegnato che il marketing può essere empatico e che chi più dà, più riceve in cambio dalla rete. La ricerca dell’autenticità sta cambiando il modo in cui decidiamo di raccontarci agli altri, sta modificando le nostre abitudini relative alla sfera dell’intrattenimento e, di conseguenza, ci ha trasformato in consumatori più consapevoli. Ecco perché rivestono una sempre maggiore importanza le nicchie iper specialistiche, autentiche proprio perché lontane dalle logiche dei grandi numeri. Mentre gli algoritmi continuano ad evolvere per mostrare alle persone solo contenuti appartenenti alle nicchie di interesse, sono entrate in gioco le intelligenze artificiali. Grazie alle reti neurali, le AI sono a disposizione di tutti i creativi per scrivere testi, realizzare immagini e comporre musica, e i risultati stanno migliorando ad una velocità sorprendente. In un mondo pieno di incertezze, le persone cercheranno sempre di più un senso di appartenenza (ecco perché funzionano i brand emergenti costruiti prima di tutto come community) e un maggiore coinvolgimento emotivo, allontanandosi da ogni forma di conflitto, dalle pagine piene di rabbia, violenza verbale, commenti inappropriati e negatività in generale».