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La storia / Ziano Piacentino

Lunedì venditore a Pecorara, sabato in Valtrebbia e Valnure: «Anche 200 km per le consegne»

In origine ristoratore, da 28 anni Stefano Viani carica il suo furgone di generi alimentari con cui raggiunge le valli piacentine: «Quando smetto, non credo che qualcuno mi sostituirà»

Compie fino a duecento chilometri al giorno, Stefano Viani da Ziano, per vendere generi alimentari, con il suo furgone, in diverse zone del Piacentino. Da 28 anni, tutti i giorni, tranne la domenica, carica il suo mezzo di frutta, verdura, salumi, formaggi, acqua e prodotti per la casa. «In un anno faccio quarantamila chilometri con questo furgone» spiega il 59enne, “intercettato” mentre si è fermato da alcuni clienti in Alta Valnure.

La settimana tipo? Lunedì verso Cicogni, Pecorara e la Valtidone. Martedì nel pavese, a Volpara. Mercoledì a Romagnese. Venerdì Agazzano, Piozzano. Al sabato Alta Valtrebbia e Alta Valnure. «Insomma, tutti i giorni ho il mio giro», scherza Viani.

Nella sua vita professionale, prima di diventare un “basulòn”, aveva fatto anche altro. «Quindici anni da esercente - racconta - avevo un negozio di alimentari a Seminò di Ziano. Poi per 4 anni ho gestito un bar-ristorante a Ziano. Ma ero stanco di tenere aperto dal mattino presto alla sera tardi. Si lavorava sempre, senza pause. Almeno questo mestiere mi permette alla domenica di riposare».

Mentre parliamo è sabato pomeriggio e ci troviamo a Solaro di Ferriere, lontanissimo dalla sua zona natia. «Eh, oggi sono duecento chilometri bei giusti da quando parto a quando arrivo. Quando smetto, non credo che qualcuno mi sostituirà. Chi la fa questa vita?». All’inizio lavorava più in zona, faceva meno chilometri. Poi ha allargato i giri perché i clienti diminuivano. «Purtroppo gli anziani o vengono a mancare, o finiscono in ricovero, o raggiungono i figli nelle loro abitazioni. Così alcuni percorsi li cancello e ne faccio altri. Qua in Valnure ad esempio ho iniziato sette anni fa. Alla fine di questo mese provo due percorsi nuovi».

Viani fa tutto da solo. «L’unico aiuto viene da mia figlia, che al computer mi traccia i percorsi. Ad esempio dopo Solaro supero il monte Albareto e proseguo per Farini: raggiungo Mareto, Russi, Vediceto, Cogno San Savino, Cogno San Bassano, Pellacini, Poggioli e arrivo nel capoluogo. Così viene sera e da Farini vado a casa».

Oggi a che ora si è alzato? «Alle 6 di mattina, per fare questi 200 chilometri di consegne». È sicuro che fare il ristoratore fosse più faticoso? «Con questo mestiere quando “è festa”, è festa, mi riposo sul serio».

Ci sono differenze tra la “sua” Valtidone e la montagna piacentina? «Questa montagna è una bella zona, si lavora bene. Come paesaggio è il posto che preferisco, rispetto alla mia valle. Anche Romagnese non è male. I clienti, invece, mi vogliono bene dappertutto».

Una cosa che non va giù, invece, è la tassazione, giudicata troppo alta. «Le tasse sono massacranti. Pago 10mila euro all’anno per un’attività che mi comporta molte spese come il gasolio e la manutenzione del furgone. Proprio stamattina, aprendo lo sportellone, mi si è rotta la maniglia. Nei giorni scorsi ho rotto una balestra, che ha un costo di mille euro». Ora il signor Viani deve chiudere lo sportellone. Lo attendono negli altri paesi.

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