rotate-mobile
Cultura

Bergonzoni in cattedra alla Cattolica: noi artisti non siamo proprietari di ciò che creiamo, facciamo da tramite

È un Alessandro Bergonzoni in gran forma, quello che nel pomeriggio di martedì 18 ha incontrato gli studenti della Cattolica nell'ambito del ciclo di appuntamenti "A tutto Campus" promossi dall'ateneo piacentino, per l'occasione in collaborazione con Teatro Gioco Vita

È un Alessandro Bergonzoni in gran forma, quello che nel pomeriggio di martedì 18 ha incontrato gli studenti della Cattolica nell'ambito del ciclo di appuntamenti "A tutto Campus" promossi dall'ateneo piacentino, per l'occasione in collaborazione con Teatro Gioco Vita. 
Un torrente in piena di parole, spunti di riflessione, giochi semantici, Bergonzoni ha affrontato alcuni dei temi poi proposti in serata al Municipale nello spettacolo "Nessi", andato in scena per la stagione di prosa curata da Diego Maj.

Si presenta con una fascia al braccio, in segno di lutto: "Se mi chiedono: è morto qualcuno? io rispondo: sì, proprio in questo momento. Se giro la fascia, è bianca, in segno di gioia per una nascita. Ogni momento nel mondo nascono e muoiono delle persone, e io in ogni momento voglio ricordare su me stesso il mistero della nascita e della morte".

bergonozoni cattolica 01-2Una vera e propria performance artistica che Bergonzoni porta su se stesso da settimane: "Ma non chiamatemi artista - prosegue il comico, attore e scrittore bolognese - il mio lavoro consiste semplicemente nell'alzare le antenne e captare i segnali che mi arrivano. Io non scrivo racconti, sono i racconti che cercano me, affinché io li raccolga e li faccia abitare in questo mondo. Noi artisti non siamo proprietari di ciò che creiamo, facciamo da tramite".
"Anche lo spettatore - prosegue Bergonzoni - dovrebbe cominciare ad aggiungere capitoli ai libri che legge, a vedere il mondo nel suo insieme, a vivere una propria rivoluzione interiore, a "ri-bellarsi", tornando alla bellezza, senza ridurre tutto a varietà, ad avanspettacolo".
La società cambia, dunque, cambiano i rapporti umani: "Rispetto a prima, oggi faccio molto più fatica ad utilizzare la parola amore, ci giro intorno, la vedo talmente bistrattata, così come la parola amicizia, ormai ridotta ad un like sulla pagina di Facebook".
Ma non é tutto nero: "La genialità - spiega Bergonzoni incalzato dalle domande degli studenti - è una caratteristica propria dell'essere umano, che ha le proprie attitudini e propensioni. È necessario però mettersi in ascolto ed imparare ad agire".
C'è spazio anche per una riflessione molto seria, legata all'attività di Bergonzoni come testimonial della Casa dei risvegli di Luca: "Mi sono messo in gioco non solo per un discorso di sensibilizzazione sul tema del coma, o per raccogliere fondi; e nemmeno per entrare nel merito di temi delicati e complessi come l'eutanasia o il diritto alla vita. Mi interessava piuttosto esplorare e raccontare il vuoto, l'assenza apparente di coscienza, cercare di sintonizzarmi su frequenze diverse e raccontare uno stato d'attenzione che a volte precede la morte, a volte riconduce alla vita".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bergonzoni in cattedra alla Cattolica: noi artisti non siamo proprietari di ciò che creiamo, facciamo da tramite

IlPiacenza è in caricamento