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Economia Pianello Val Tidone

Il cotechino di Pianello si candida come prodotto tradizionale dell’Emilia Romagna

l’evento è stato presentato con un convegno e con la degustazione di due versioni di panini inventati dallo chef stellato Isa Mazzocchi. Due delizie che, accompagnate dai vini Doc piacentini, hanno trovato il pieno apprezzamento di chi ha potuto assaggiarli

Il cotechino di Pianello ha iniziato l’iter per essere riconosciuto come prodotto tradizionale dell’Emilia Romagna. E l’evento è stato presentato con un convegno e con la degustazione di due versioni di panini inventati dallo chef stellato Isa Mazzocchi. Due delizie che, accompagnate dai vini Doc piacentini, hanno trovato il pieno apprezzamento di chi ha potuto assaggiarli.

«L’Emilia Romagna - ha spiegato Roberto Belli, presidente del Consorzio salumi tipici piacentini - ha 350 prodotti tradizionali. Piacenza, che possiede tre Dop coppa, pancetta e salame, ha già sette salumi presenti. Vogliamo arrivare a nove con il cotechino magro e con il fiocchetto. E il cotechino avrà anche un proprio disciplinare».

COTECHINO COME HAMBURGER Da 50 anni a Pianello si svolge la fiera a fine agosto e da sempre i visitatori possono assaggiare il tipico cotechino del peso di un etto ha spiegato la Pro Loco che ha organizzato l’evento con il presidente Andrea Braghieri. Un cibo semplice, che però, se accostato a pane, verdure, miele o ricotta, diventa un piatto che «non ha nulla da invidiare agli hamburger delle più famose catene. La comunicazione è fondamentale per dare a questi prodotti un respiro internazionale» ha affermato Luca Chiesa, docente di Ispezione degli alimenti alla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano.

Pianello si trova in Valtidone, una vallata che sta cercando di portare al di fuori dei propri confini quanto di meglio esiste, a cominciare dal vino senza dimenticare salumi, formaggi e pomodoro. E il cotechino di magro potrebbe presto rientrare tra le tipicità della enogastronomia emiliana. Ottenuto il riconoscimento, si potrà poi eventualmente intraprendere il percorso per una denominazione.

I DUE PANINI Il primo si chiama HotCot e il secondo MiMì. Li ha inventati Isa Mazzocchi, chef stellato del ristorante la Palta, a Bilegno, piccolo centro in Valtidone circondato dalle colline. Si parte dal panino, realizzato con farina di cereali, semi di fieno e salvia. Entrambi soffici, uno ha il colore ambrato l’altro è stato fatto tricolore. I ripieni sono costati ore di sonno e anche nottate allo chef: «HotCot viene abbinato a barbabietola da zucchero, cipolle di Bilegno, more di gelso e portulaca come insalata». MiMì, che ha stupito più di un palato, è composto dal panino tricolore, al cui interno viene sistemato il cotechino su un letto di cicoria, e poi circondato da ricotta Valtidone, miele furore al tiglio, crema di patate e una spruzzata di Gutturnio. In bocca esplodono mille sapori. Un panino delicato e raffinato «preparato con i prodotti tipici della Valtidone che ben la rappresentano. Una cucina di campagna che nel panino fa ritrovare l’identità del territorio» ha sottolineato Mazzocchi.

COMUNICARE E INNOVARE Alla giornata erano presenti anche il sindaco di Pianello, Gian Paolo Fornasari (è anche presidente della Cantina Valtidone) il quale ha affermato che «dobbiamo comunicare Valtidone e vino, Valtidone e cotechino, Valtidone e il nostro agroalimentare. Dobbiamo vendere il territorio e non solo i prodotti». Gli ha fatto eco Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia secondo cui «per vendere un territorio serve innovazione che rende affascinante, competitivo e riconoscibile un prodotto. Difendiamo la tradizione, ma non si abbia paura dell’innovazione. L’agroalimentare si promuove a cominciare dalla valorizzazione della cucina».

Mario Mauro, consigliere dell’Accademia della cucina piacentina, ha ricordato come già nel libro 400 ricette della cucina piacentina”, di Carmen Artocchini, si parla di una ricetta in cui compare questo “salsicciotto” alla piacentina che può essere arrostito o cotto con acqua e vino. Un salsicciotto che, però, si presume esistesse già in epoca romana.

Il sommelier Roberto Gazzola, infine, ha consigliato di mangiare il cotechino abbinando a esso Gutturnio o Ortrugo.

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