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La mano d’opera straniera c’è, ma sempre più italiani lavorano nei campi piacentini

La possibilità di utilizzare mano d’opera straniera nei lavori stagionali rimane fondamentale per la nostra agricoltura ma, forse complice la pandemia o la non buona situazione economica generale, sono sempre più le italiane e gli italiani che lavorano nei campi. Abbiamo fatto il punto della situazione con Confagricoltura, Coldiretti e Cia

La possibilità di utilizzare mano d’opera straniera nei lavori stagionali rimane fondamentale per la nostra agricoltura ma, forse complice la pandemia o la non buona situazione economica generale, sono sempre più le italiane e gli italiani che lavorano nei campi. E aumentano le domande. Il dato emerge dai riscontri effettuati presso le associazioni agricole piacentine Confagricoltura, Coldiretti e Cia.

Per le prime operazioni colturali in Emilia-Romagna ne sono arrivate – dal 1° gennaio - 1548 tramite AgriJob, il portale di Confagricoltura che raccoglie le candidature di chi cerca lavoro, dal neolaureato al disoccupato dei comparti in crisi. L’anno scorso erano state processate, in totale, 2919 richieste. «È una piattaforma utile per facilitare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro e garantire la costante fornitura di derrate alimentari di qualità in tempi di pandemia. AgriJob aiuta le aziende nel reperimento di operai agricoli stagionali, potatori, raccoglitori di frutta e ortaggi, vendemmiatori, addetti al settore zootecnico o conduttori di macchine agricole», chiarisce il presidente della Confagricoltura regionale Marcello Bonvicini.  «Il portale è nato un anno fa, nello scorso lockdown – spiega Marco Casagrande, direttore di Confagricoltura Piacenza – e consente a chi cerca occupazione di essere messo in contatto con le aziende. A livello locale – chiarisce Casagrande – essendo Confagricoltura una realtà capillarmente e storicamente radicata sul territorio, le persone tendono a rivolgersi direttamente ai nostri uffici e a far pubblicare la propria disponibilità al lavoro sul nostro periodico Piacenza Agricola. Il passaparola tra le aziende e le persone è ancora lo strumento privilegiato nelle comunità rurali e nei paesi dove chi vanta un’esperienza pregressa con attestazioni positive può essere facilmente riassunto». Confagricoltura Piacenza sottolinea, in merito, come il lavoro nei campi, più che “stagionale” dovrebbe essere definito “ciclico”, dato che anche per le mansioni più semplici servono competenze e professionalità. Molti “avventizi”, ossia operai a tempo determinato, sono dunque persone che abitualmente si dedicano alla campagna agraria. La situazione generata dalla pandemia ha però mutato in parte gli equilibri e se, da un lato, la manodopera straniera fidelizzata ha avuto maggiore difficoltà a raggiungere le nostre aziende, dall’altro, il settore primario è divenuto un’opportunità di lavoro per i molti connazionali che hanno dovuto affrontare la crisi lavorativa. «Tra le operazioni agricole che richiedono largo impiego di manodopera – ricorda Casagrande - c’è il trapianto del pomodoro da industria. Anche i nostri uffici sono coinvolti per le assunzioni stagionali. Sono circa un migliaio le aziende assuntrici di manodopera associate a Confagricoltura Piacenza per le quali i nostri uffici nel 2020 hanno effettuato 2500 assunzioni di cui 2455 stagionali. Di queste, 1389, quindi oltre la metà, con un sensibile incremento rispetto al passato, hanno riguardato nostri connazionali».

A riferire la situazione direttamente dai campi è Umberto Gorra, noto imprenditore di Fiorenzuola d’Arda che conduce l’azienda agricola La Salamandria.  «In questi giorni abbiamo già assunto diverse persone – spiega Gorra – con l’avvio delle operazioni di trapianto del pomodoro da industria. Proprio poco fa ho fatto una ricognizione e oggi siamo in campo in 28. Buona parte del personale, anzi la gran parte, sono avventizi, molti sono gli stessi di anno in anno, anche se c’è sempre un po’ di turnover. La composizione è eterogenea, abbiamo sia persone del posto che stranieri. Rispetto al passato non ci sono grosse differenze. L’anno scorso abbiamo avuto qualche difficoltà in più a reperire la manodopera, nel periodo iniziale coincidente con il primo lockdown, ma quest’anno sembra procedere tutto senza intoppi. Prevediamo di arrivare alla trentina di dipendenti contemporaneamente assunti, anche se nell’arco della campagna è fisiologica un po’ di turnazione. Lo strumento per reperire la manodopera è prevalentemente il passaparola in paese, l’azienda è piuttosto conosciuta e le persone sanno che assumiamo, le operazioni amministrative vengono poi effettuate dell’ufficio paghe di Confagricoltura che ci segue e supporta per gli aspetti normativi e documentali. Possiamo dire che le operazioni in campo stanno procedendo in modo regolare, compatibilmente con l’andamento stagionale, abbiamo infatti avuto danni dalle gelate sia sul mais che sul pomodoro. Rispetto a gli anni scorsi, a causa del Covid, è poi necessaria qualche accortezza in più, ma le persone sono formate e operano in sicurezza rispettando i protocolli anti contagio».

Anche Coldiretti Piacenza ha partecipato all’iniziativa di portata nazionale promossa da Coldiretti per salvare le produzioni agricole Made in Italy. È infatti atterrato di recente all’aeroporto internazionale d’Abruzzo “Pasquale Liberi” di Pescara un volo charter proveniente dal Marocco con operai agricoli stagionali qualificati che ormai da anni sono impiegati sul territorio nazionale, tanto da essere diventati indispensabili per l’attività di molte aziende nostrane. I lavoratori arrivati nella nostra provincia, al termine di un periodo di quarantena di 14 giorni che stanno già osservando, saranno destinati al trapianto e alla raccolta del pomodoro. «Si tratta di un’iniziativa importante, grazie alla quale Coldiretti dimostra la propria vicinanza alle esigenze delle imprese agricole associate – commenta Claudio Bressanutti, direttore di Coldiretti Piacenza - Il pomodoro, fulcro di una filiera virtuosa, rappresenta una delle colture più preziose per il sistema agro-alimentare piacentino. In questo momento le nostre aziende sono impegnate nei trapianti, che proseguiranno per diverse settimane: nel momento in cui si intensifica l’attività nelle campagne, la possibilità di contare sulla presenza di collaboratori storici e ben integrati nel tessuto economico e sociale è essenziale. Si tratta – evidenzia Coldiretti Piacenza – di lavoratori dipendenti specializzati a tempo determinato che arrivano ogni anno per il lavoro stagionale e si trattengono fino a fine raccolta, per poi tornare nel proprio Paese». In Coldiretti Piacenza intrattengono specificatamente i rapporti con le imprese Silvia Canevari dell’Ufficio paghe e area lavoro e Giuseppe Barocelli Schianchi segretario dell’Ufficio zona di Piacenza.

Infine Cia Piacenza. «Non si può assolutamente correre il rischio - commenta il Presidente di Cia Piacenza Franco Boeri - che i nostri imprenditori agricoli si trovino senza manodopera fra un paio di settimane, quando inizierà il periodo clou. Ne si può nemmeno prendere in considerazione l’alternativa di lasciare i prodotti nei campi per mancanza di forza-lavoro, a maggior ragione in questa congiuntura di pandemia: non ci si può permettere di sprecare nulla». «In più negli appezzamenti agricoli è possibile garantire il distanziamento, non vi è alcun pericolo di contagio. Impossibile, in altri termini, che si creino degli assembramenti. Abbiamo inoltre colture di pregio ad elevato valore aggiunto che vanno assolutamente tutelate e quindi le esigenze di mano d’opera del mondo agricolo sono ineludibili. Certo che l’attuale pandemia sta limitando notevolmente i flussi di lavoratori dall’estero ma c’è da riscontrare un deciso ritorno della mano d’opera italiana probabilmente legato anche all’attuale momento stagionale. Ma può essere anche un incentivo - conclude Boeri - ad un più deciso ritorno dei giovani all’imprenditoria agricola se supportati con adeguati incentivi. In Cia a Piacenza abbiamo due addette che si occupano specificatamente di mantenere i rapporti con le imprese: Daniela Picchioni e Giada Castelli».

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