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«Nasce anche a Piacenza un polo del Fintech»

L’annuncio nel corso dell’incontro che si è svolto online alla Cattolica di Piacenza promosso dal Centro Studi di Politica Economica e Monetaria Mario Arcelli (CeSPEM) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di cui è direttore Francesco Timpano docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza

Anche a Piacenza nasce un polo del Fintech, un gruppo di lavoro che opera tramite la tecnologia finanziaria a favore di aziende, imprese e famiglie. L’annuncio nel corso dell’incontro che si è svolto on line presso la Cattolica di Piacenza promosso dal Centro Studi di Politica Economica e Monetaria Mario Arcelli (CeSPEM) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di cui è direttore Francesco Timpano docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza.

La riunione è stata indetta per esplorare le nuove forme di finanziamento per le imprese fornite dal mercato del “fintech”, ma anche da nuovi operatori finanziari che si aggiungono ai tradizionali servizi bancari. Il momento dunque più appropriato per dare questa importante notizia per la realtà piacentina.

Ad esserne promotore è Carlo Marini, ex manager di banca e imprenditore piacentino che già da qualche anno investe e lavora nel settore. Dopo un primo investimento nel 2015 nella Fintech milanese Epic SIM, che ha creato il primo marketplace italiano di minibond e finanza a medio termine, focalizzata a supportare i grandi progetti strategici delle imprese, Marini ha investito ora in una seconda realtà - questa volta basata a Venezia e quindi già fortemente integrata con il mondo imprenditoriale del Nord-est - incentrata sul c.d. supply chain financing cioè sulla finanza legata alla gestione del ciclo attivo e del ciclo passivo delle imprese.

L’operazione è avvenuta tramite Keda Srl, la sua società che oltre a svolgere il ruolo di advisor strategico per le PMI italiane sviluppa progetti di innovazione finalizzati alla creazione di valore per gli imprenditori.

Marini “crede fermamente che Piacenza possa diventare uno snodo chiave in questo nuovo “asse del Fintech” che collega Milano a Venezia, contribuendo a portare sul territorio le competenze ed il dinamismo che in diverse città italiane, a partire da Milano, si stanno sviluppando attorno al tema dell’innovazione finanziaria”.

 “È forse ancora una realtà contenuta- sottolinea-  ma crediamo che possa essere di grande valore, sia per le imprese piacentine, sia per i giovani laureati della città”.

E’ appunto in questa logica che si inquadra anche la partnership che Keda ha avviato con il Laboratorio di progettazione “Next Generation EU” dell’Università Cattolica coordinato dal Prof. Francesco Timpano. “Nel momento in cui la finanza si avvia ad una profonda rivoluzione tecnologica diventa sempre più importante lavorare con menti fresche, capaci di fare problem solving fuori dagli schemi tradizionali e in questo senso il Laboratorio rappresenta un interlocutore chiave per radicare questo dialogo anche a livello piacentino”.

Dopo il saluto del coordinatore prof. Timpano- ha preso la parola per introdurre i temi del convegno Giovanni Parrillo che ha ringraziato tutti gli enti e le associazioni che sostengono la Rivista Economia Italiana (fondata da Mario Arcelli) della quale per l’occasione è stato presentato il terzo numero del 2020.

Claudio Cacciamani dell’Università di Parma ha ricordato che “le nostre strutture finanziare rendono difficile l’accesso al credito; in particolare le assicurazioni non possono fare prestiti come le banche, mentre all’estero, in alcuni paesi, sono state trovate soluzioni adeguate. Ora è quindi necessario dare indicazioni operative per rendere più fluido l’accesso al credito stesso”.

Giovanni Ferri dell’Università Lumsa di Roma ha ricordato che “crescita ed innovazione funzionano in binomio; ha menzionato la crisi del 2008 ed ha sostenuto che innovare e liberalizzare l’economia va bene ma potrebbe generare disuguaglianze. Ha evidenziato le opportunità del Fintech nonché il passaggio da una finanza “predatoria” ad una “responsabile” per una transizione sostenibile”.

Ferri si è chiesto se “l’instabilità finanziaria fa parte di un ciclo politico-economico; se lo sviluppo genera diseguaglianze, bisogna distinguere e valutare le promesse del Fintech.“La fase “responsabile” è lo strumento per accelerare una transizione sostenibile che la Ue ha impostato per esempio con il Green deal”.

Alessandro Scortecci Head of Strategy and Business Development, Fondo Nazionale Innovazione, ha specificato che “delle 12.000 start-up, molte rimangono allo stadio iniziale che sviluppa una “bassa profittabilità”. Sono pochi gli attori dei fondi “venture capital”, una limitata partecipazione ed una mancanza di una specifica cultura diffusa del “venture capital” e della nuova imprenditorialità”.

Alessandro Scortecci ha ricordato che la “mission” del FNI-CDP Venture capital- Fondo Nazionale Innovazione-  ha “l’obiettivo di rendere il venture capital un asse portante dello sviluppo economico e dell’innovazione del Paese, creando i presupposti per una crescita complessiva e sostenibile dell’ecosistema venture capital facendo crescere l’eco-sistema”. Ha illustrato i diversi fondi di investimento con 8 piani che ricoprono tutta la vita delle start-up. “Altri obiettivi sono la crescita complessiva e sostenibile del Venture capital italiano, sviluppando la “community”, facendo evolvere il sistema per far crescere il mercato”.

La dottoressa Paola Papanicolaou, Responsabile Direzione Centrale Innovazione, Gruppo Intesa Sanpaolo ha detto che “venture capital” è “il motore dell’innovazione”. Ha spiegato come il suo gruppo lo sostenga operando a favore degli “specialisti dell’innovazione” ovvero le aziende che la vogliano introdurre al loro interno”. Ha quindi ricordato i network e l’utilizzo di “fintech” come acceleratori e la crescita della società tramite nuovi modelli di businnes.

A discutere poi questi interventi un panel di esperti accademici e professionali, tra cui il prof. Federico Arcelli (Università Cattolica e Oliver Wyman), Carlo Brunetti di Italian Angels for Growth, Carlo Marini di Keda che si occupa di strumenti finanziari per lo sviluppo delle PMI e di Franco Egalini della Fondazione di Piacenza e Vigevano che sostiene la Rivista Economia Italiana. Le conclusioni sono state affidate a Francesco Rolleri, presidente di Confindustria Piacenza.

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