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"Basta cemento"

Per stop ai supermercati quasi 3mila firme: «Dal Comune posizioni opposte, qual è la visione politica?»

ApP fa il punto sulla petizione “Basta cemento a Piacenza” alla luce del parere del Comitato di area vasta sugli accordi operativi e della posizione dell’amministrazione comunale: «Un festival dell'ipocrisia»

Per dire stop alla realizzazione di nuovi supermercati quasi 3mila firme raccolte e «dal Comune posizioni opposte; qual è la visione politica?» ApP fa il punto su "Basta cemento a Piacenza", raccolta firme lanciata dal vivo e on line il 15 luglio 2023 per bloccare il consumo di suolo e la costruzione di centri commerciali. Al tavolo della conferenza stampa, in corso nel pomeriggio in sala Cattivelli, il presidente di Alternativa per Piacenza, Sergio Dagnino e i consiglieri comunali Luigi Rabuffi e Stefano Cugini.

Oggetto gli accordi operativi edilizi attualmente in esame nel territorio urbano, a cui ora si somma il commento su quanto espresso nei giorni scorsi dal Cuav (Comitato urbanistico area vasta) partecipato da Comune di Piacenza, Provincia e Regione: stop ai progetti per l’area AID-13 Sift e l’area APP-10 Galnea 2, documentazione da ripresentare per l’area AL8 Germoglio e richiesta di integrazioni per l’area AID-20 Ex Camuzzi di Corso Europa, da sottoporre nuovamente al parere del comitato e unico quindi, in caso di via libera, a poter approdare al voto del consiglio comunale entro l'anno.

Esito della petizione diretta ai consiglieri comunali, spiega Dagnino - ringraziando tutti coloro che hanno sostenuto l’iniziativa - «2.997 firme, di cui 1200 raccolte nei banchetti che abbiamo fatto in questi mesi. Questo dimostra che parte della cittadinanza come noi è contraria all’ipotesi di queste operazioni e gli stessi pareri del Cuav rafforzano i principi espressi più volte da ApP, ovvero la contrarietà all'approvazione e di tutta una filosofia che tiene poco conto del sentire della gente e delle promesse sentite in campagna elettorale. Non ravvisiamo quali intenzioni ha questa amministrazione e quale sia la sua visione politica, riguardo allo sviluppo della città».

«In due organismi diversi il Comune rende posizioni opposte» sintetizza Cugini. «Solo il 19 settembre scorso ci siamo sentiti dire “il presente è il presente e non si può fermare”, non pare così viste le dichiarazioni degli ultimi giorni».

«Siamo stati accusati di essere quelli del “no” e queste cose infastidiscono quando, alla prova dei fatti, salta fuori che la posizione assunta da ApP - assolutamente legittima - aveva dalla sua anche la forza di una valutazione a cui oggi il Cuav dà ragione» commenta Rabuffi. «Le motivazioni ci lasciano a bocca aperta: la delibera di giunta autorizzava il deposito della pratica del Germoglio perché vi era la totale conformità della proposta, rispetto a delibere d’indirizzo ecc. Il Cuav, sulla stessa, dice che invece non corrisponde alle stesse, cioè il contrario. Gli esperti avrebbero dovuto sapere che non c'era coerenza. A dire no era stata anche la Consulta territorio ambiente, in mano al comune, che crea questi strumenti e poi non li utilizza. Emerge chiaramente come un'interlocuzione tecnica non ci sia mai stata, ma solo politica. Il dubbio è che davvero vogliano apparire come quelli che dicono "l'ambiente prima di tutto", salvo poi portare avanti le cose in questo modo. Un festival dell'ipocrisia che le dichiarazioni di questi giorni hanno reso evidente».

«A questo punto - conclude Cugini - o i cittadini capiscono che c'è chi che cerca di aprire loro gli occhi, o queste partite continueranno a essere giocate così. Non siamo quelli del “no”, ma quelli del “sì” sotto però assedio».

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